Sab. Lug 27th, 2024

Al Ceravolo finisce 1-0.

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CATANZARO-MONOPOLI 1-0 

Marcatore. 5′ Letizia

CATANZARO: Nordi; Gambaretti, Di Nunzio, Sirri; Zanini, Onescu, Marin, Imperiale (32’st Nicoletti); Falcone (17’st Kanis), Infantino (25’st Puntoriere), Letizia (32’st Benedetti). A disposizione. Marcantognini, Maita, Riggio, Marchetti, Pellegrino, Lukanovic. All. Dionigi.
MONOPOLI: Bifulco; Bei (1’st Ferrara), Ricci, Mercadante (37’st Souare); Rota, Zampa, Scoppa (16’st Genchi) , Sounas (37’st Russo), Donnarumma (24’st Lo Bosco); Sarao, Paolucci. A disposizione Bardini, Convertini, Zibert, Longo, Todisco, Bacchetti. All. Tangorra.

Arbitro: Zingarelli di Siena Assistenti: Berri e Mariottini

Note: Pomeriggio mite. Spettatori 2971 (965 paganti 1826 abbonati) di cui 48 ospiti. AmmonitI Onescu, Marin, Gambaretti, Russo, Nicoletti,Scoppa. Espulso il tecnico del Catanzaro Dionigi Recupero:1’7′

Un sorriso era quello che ci voleva in questo momento delicato e le aquile, stringendo i denti fino al novantacinquesimo, facendo di necessità virtù per assenze ed infortuni, sono riuscite finalmente a regalarselo battendo tra le proprie mura amiche la seconda forza del campionato. A decidere è stato Letizia e alla fine, dagli spalti, sono stati applausi per tutti.

Cronaca – Diverse le sorprese da ambo le parti in partenza: in casa Catanzaro Marin e Imperiale prendono il posto di Benedetti e Nicoletti mentre tornano in campo dal primo minuto sia Di Nunzio che Falcone; tra i biancoverdi turno di riposo per bomber Genchi (entrerà solo nel secondo tempo) con Paolucci a far coppia con Sarao davanti e Ferrara a rimpiare Mercadante dietro. Aquile fin da subito in proiezione offensiva con Letizia e Infantino ad operare un proficuo pressing alto sulla difesa pugliese; al quinto la rete che decide la gara: Bifulco rinvia in maniera avventata, centralmente e basso, Letizia intercetta sulla trequarti e da lì scocca un fendente chirurgico che si infila nell’angolino facendo esplodere il “Ceravolo”. Uno a zero e prima rete casalinga dei giallorossi nell’era Dionigi. Dieci minuti dopo è Sarao a far tremare la retroguardia di casa prima infilando – ma in posizione di fuorigioco – Nordi, poi bruciando Sirri in gioco aereo al limite dell’area: la fortuna e una provvidenziale chiusura in extremis evitano in pareggio. La pressione del Monopoli però aumenta con il passare dei minuti e le aquile operano di rimessa rendendosi pericolose con Letizia dalla distanza e con Infantino di testa. Alla mezz’ora i giallorossi confezionano un’altra palla gol in contropiede con l’ex Matera ma Bifulco gli ruba il tempo e salva il risultato. Un contrasto di gioco al quarantesimo fa arrabbiare Dionigi: l’arbitro prima lo richiama invitandolo a tornare in panchina, poi lo espelle accompagnandolo al tunnel.

Si arriva alla chiusura del primo tempo senza particolari sussulti, con il Catanzaro attento e concentrato e i pugliesi vivi e sempre in partita; copione che si ripete anche ad inizio ripresa con però i biancoverdi più incisivi e decisi a raggiungere il pareggio: al quindicesimo l’occasionissima per i pugliesi con Donnarumma che, all’altezza del dischetto, spara a botta sicura trovando Nordi e Sirri a fare muro sulla linea. Tangorra intuisce che è il momento di premere sull’acceleratore ed opta per questo per l’armeria pesante inserendo il capocannoniere del campionato Genchi al posto di Scoppa e poi il guizzante Souare; dalla panchina giallorossa invece si alzano prima Kanis e Puntoriere (al posto di Falcone e Infantino) poi Benedetti e Nicoletti (al posto di Letizia e Imperiale). Nonostante l’aumentato peso offensivo i biancoverdi riescono poche volte ad arrivare alla conclusione a tutto vantaggio dei padroni di casa, più bassi, orfani di un riferimento fisico davanti e ormai impostati unicamente sulla tattica della ripartenza. Cinque i minuti di recupero segnalati dall’arbitro: una sofferenza acuita da qualche leggerezza di troppo, poi cancellata dalla gioia finale. La cartolina della serata? L’abbraccio di tutto il gruppo a centrocampo e quell’applauso che scaccia le streghe.

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