La Reggina, dopo la vittoria contro il Brescia, torna a conoscere il sapore della sconfitta. Gli amaranto cadono in uno stadio tradizionalmente ostico, contro un allenatore amico ma mai battuto. Al di là dei dati storici, la prova della squadra di Mimmo Toscano è stata pessima.
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Tanti gli assenti in casa amaranto, ma non bastano a giustificare una prova negativa. Una partita dove sono mancate coperture su situazioni tattiche che potevano essere chiare da definire, a partire dall’inferiorità numerica sugli esterni dove Rolando e Di Chiara (soprattutto) sono stati spesso abbandonati al loro destino.
Se si aggiunge un’attenzione difensiva ai minimi storici nel fronteggiare le due punte di Aglietti, brave a rimpire l’area, e una proposta offensiva inesiste, il quadro non può che essere allarmate.
Chievo-Reggina: male gli amaranto nel primo tempo
Al Bentegodi la Reggina prova a giocarsela da piccola. Senza riferimenti offensivi, Bellomo e Rivas guidano un attacco che a, lungo, sarà spettatore della sfida.
La gara la fanno i padroni di casa che giocano una partita da manuale. Nel senso che fanno tutto quello che si chiede ad una squadra bella da vedere: pressano alti, fanno correre bene il pallone in ampiezza, sfruttano la superiorità numerica sugli esterni, vincono qualche uno contro uno e riempiono bene l’area di rigore con i due attaccanti.
Il 4-4-2 di Aglietti incide molto più del 5-3-2 di Toscano (squalificato, in panchina c’era Napoli) e ne viene fuori una sfida dove il Chievo merita il vantaggio con cui va all’intervallo. Le occasioni sono almeno quattro quelle nette per i padroni di casa. La prima è per Canotto che, dopo un minuto, da pochi metri non riesce a superare Plizzari. Poi il portiere è bravo a respingere un colpo di testa di De Luca (spesso vincente nei duelli con Delprato) su traversone da sinistra di Garritano. Bellissima, in particolare, l’azione che porta al vantaggio clivense dopo venticinque minuti: Viviani serve Canotto che, di prima, trova il rimorchio in area di Margiotta che fa centro. Tutto molto bello per dirla alla Bruno Pizzul, non per una Reggina che assiste inerme e manifesta incapacità di reagire.
A fine primo tempo Margiotta sfiora quello che sarebbe stato un meritato bis di squadra, ma sull’ennesimo cross di Canotto il suo colpo di testa finisce fuori e sa di gol mangiato. Graziati gli amaranto che, nel primo tempo, hanno proposto idee confuse e come uno schema visibile quello del lancio sullo scatto di Rivas.
Chievo-Reggina: tonfo amaranto
Toscano (o Napoli, dato che il tecnico è squalificato ed il vice in panchina) prova a cambiare l’inerzia del match. Fuori Bellomo e Bianchi, dentro Folorunsho e Rivas. L’iniezione di fisicità pare dare maggiore propulsione se non altro alla capacità di tenere il pallone. Ma le occasioni migliori sono sempre per il Chievo e serve un grande Plizzari per evitare il raddoppio gialloblu: gran colpo di reni su un tentativo di pallonetto di De Luca, bravo a ricevere un lancio filtrante e a beffare il suicida atteggiamento della retroguardia amaranto.
La Reggina ha anche la palla per trovare quello che sarebbe il pareggio, ma la spaccata di Lafferty su suggerimento di Crisetig si stampa sul palo. Sulla ribattuta, non facile ma non impossibile, Rivas apre troppo il destro a porta sguarnita.
L’ennesimo pasticcio difensivo in una Reggina che ci ha capito davvero poco costa il raddoppio clivense. Stavolta è Mogos a sfruttare le praterie sulla destra, dove c’è Di Chiara ma è solo malcapitato, e a mettere in mezzo un altro pallone arretrato su sui Margiotta è lesto a fare 2-0. Raddoppio meritato che anestetizza la gara.
Il tris di Rigione, di testa e sugli sviluppi di un corner, mette il punto esclamativo su una gara pessima degli amaranto.
strill.it