Mar. Lug 16th, 2024

Il Venezia espugna il Granillo. La Reggina perde ancora una volta subendo una rimonta in una partita dove, soprattutto nel primo tempo, non aveva demeritato.

Continua dopo la pubblicità...


futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

 
 
 

Il progetto tattico sembrava quello giusto, ma è bastato un fisiologico calo fisico nella ripresa per togliere qualche certezza. A fare da cornice le immancabili incertezza difensive, così come gli infortuni e la necessità di rinunciare a Menez dopo neanche un tempo (probabile ricaduta muscolare).

Alla fine a pagare potrebbe essere Mimmo Toscano, ma se il Venezia nella ripresa può pescare in panchina Bocalon e Aramu (uomini del match)  le sue colpe assumono vanno lette con tanti punti di vista.

Illusorio il vantaggio di Lafferty che sembrava poter dare vita ad una nuova vita alla stagione della squadra e de nord irlandese.  C’è ancora da commentare una sconfitta, la sesta nelle ultime sette partite.  Così come si parlerà molto di una squadra che, con un tempo ancora da giocare, sceglie la strategia del contenimento e delle ripartenze.

 

Reggina-Venezia, Toscano prova a cambiare qualcosa

Quella che Mimmo Toscano propone è una formazione atipica.  In difesa c’è Liotti ed era accaduto solo in Coppa Italia che l’esterno venisse schierato nel pacchetto arretrato.

Ma la novità è che torna l’attacco ‘pesante’ con un centravanti e due uomini che tolgono punti di riferimento agli avversari: Menez e Rivas.  Proprio l’honduregno è l’elemento con cui gli amaranto provano a scardinare la certezza dei lagunari. La squadra di Zanetti ama giocare palla a terra, non buttarla mai  ed innescare le rapide combinazioni tra i suoi uomini.

La presenza dell’ex interista in costante pressione su Vacca stoppa la fonte di gioco degli ospiti e la Reggina, con una prova di grande intensità, sembra mettersi alle spalle la pessima prestazione di Verona.

All’11 arriva anche il vantaggio amaranto: Lafferty apre un’azione e la conclude.  Apertura a memoria di De Rose per la fuga in profondità del nord irlandese che trova lo spazio tra i due centrali e dopo trenta metri di scatto supera il portiere Lezzerini con un tocco che si insacca sotto la traversa.

Il match prosegue, per tutta la prima frazione, sui binari dell’equilibrio e dei duelli, producendo poco o nulla sul piano delle vere occasioni da rete.  L’unico torto della Reggina è  quello di non sfruttare a dovere qualche potenziale ripartenza.

Reggina-Venezia: cambi decisivi

Il Venezia è una buona squadra ed ha risorse anche in panchina.  Zanetti ridisegna i suoi con il 4-2-3-1 e, nella parte iniziale del primo tempo, chiede il massimo sforzo alla sua squadra, chiamata ad allargare la resistenza di una squadra amaranto che si difende con cinque in difesa.

A lungo l’azione più pericolosa degli ospiti resterà un cross sbagliato di Capello su cui Plizzari è costretto al colpo di reni.

Ad un certo punto del match, però, l’ingresso di Bocalon segna la svolta per gli ospiti.   Un dato che fa il paio con la vistosa incapacità degli amaranto di portare la stessa pressione del primo tempo.

Al minuto 76′ la Reggina subisce il pareggio, con un atteggiamento difensivo da rivedere. Da un lancio del portiere la palla giunge ad Aramu che prima si vede parata prima conclusione, poi si riprende la palla, la sistema e piazza un sinistro a giro da applausi.

Ancora peggiore è il gol che vale il ribaltone.  Fuga sulla sinistra di Francesco Di Mariano che mette un traversone basso che Bocalon riceve spalle alla porta, Gasparetto ha il torto di farlo girare e il centravanti fa centro.

Nel finale la Reggina ha anche la possibilità di pervenire al pareggio, ma Loiacono, servito da Folorunsho, si vede la conclusione sul primo palo neutralizzata da un reattivo Lezzerini.  E ancor prima, sugli sviluppi di un corner,  c’è stato anche un salvataggio sulla linea di Vacca.

Print Friendly, PDF & Email