Sequestro impianto depurazione Catanzaro lido
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Legambiente Calabria da tempo evidenzia che nella provincia solo pochi impianti hanno quantità di fanghi smaltiti compatibili con le quantità di acqua trattata
I dati che la Regione riceve dovrebbero essere sottoposti a maggiori controlli per intervenire con azioni e misure tempestive
Il sequestro di pochi giorni fa del depuratore di Catanzaro Lido da parte dell’Ufficio circondariale marittimo di Soverato, per presunti scarichi illeciti in mare, è l’ultimo di una lunga serie.
I pessimi dati sulla depurazione in Calabria disegnano una situazione molto grave che Legambiente Calabria ormai da molti anni, continua ad evidenziare e a segnalare, inascoltata, a tutte le Amministrazioni competenti.
Negli scorsi anni Legambiente Calabria ha presentato i dossier “La depurazione in Calabria: un contributo per affrontare il problema dello smaltimento dei fanghi”, ed ha proceduto, annualmente, al monitoraggio delle acque marine con Goletta Verde.
Gli allarmanti dati Arpacal dell’anno 2017 hanno posto in luce, solo in provincia di Catanzaro, il malfunzionamento di ben 17 impianti di depurazione su 22. Dagli studi di Legambiente risulta, inoltre, che i controlli annuali effettuati da Arpacal, nella Regione Calabria, sono in progressiva diminuzione scendendo da 39 nel 2012 a 22 in tutti gli anni successivi, con un sostanziale dimezzamento degli impianti controllati, poiché nella provincia di Catanzaro sono presenti 98 impianti.
Nei suoi dossier, Legambiente Calabria ha sempre rilevato la presenza di forti anomalie poichè in provincia di Catanzaro solo pochissimi impianti hanno quantità di fanghi smaltiti compatibili con le quantità di acqua trattata secondo il rapporto di ISPRA.
In altri termini, il rapporto tra fanghi prodotti e acqua trattata dovrebbe essere il primo elemento da monitorare in fase di controllo.
Sin dal 2015 Legambiente Calabria ha suggerito che la comunicazione della quantità di fanghi, di acqua trattata e della modalità di smaltimento degli stessi dovesse essere una delle condizioni essenziali per ottenere i finanziamenti per migliorare la depurazione.
L’associazione ambientalista ha anche proposto, da tempo, che lo smaltimento dei fanghi sia gestito direttamente dagli enti locali per controllare l’efficienza della depurazione.
Tuttavia passano gli anni e la Regione Calabria non riesce ad uscire dalla logica dell’emergenza e delle continue proroghe dei lavori senza che mai venga realizzato un sistema efficace di rifunzionalizzazione e controllo degli impianti di depurazione dei comuni costieri calabresi. A monte, però, i dati che la Regione riceve dovrebbero essere sottoposti a maggiori controlli e analisi per poter intervenire con azioni e misure tempestive.
Tutto questo in una Regione a vocazione turistica, circa 810 chilometri di costa e con paesaggi ed un mare bellissimi.
Se verranno confermate le ipotesi di reato, Legambiente Calabria interverrà, a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, anche sul fronte legale con l’ausilio del Ce.a.g.( Centro di azione giuridica), braccio giuridico dell’associazione presieduto dall’Avv. Anna Parretta.
Nel frattempo Nettuno, una delle divinità più importanti dell’antichità quando il mare era temuto ed onorato, ha tutte le ragioni per essere irato. Ma ancora di più dovrebbero essere arrabbiati ed indignati tutti i calabresi che amano la propria terra ed il proprio mare.