Mar. Lug 16th, 2024

Quattro secoli e mezzo di carcere, queste le pene disposte ieri dal Gup distrettuale di Catanzaro Carlo Paris nei confronti di 41 imputati del processo scaturita dall’operazione “Borderland”, che nel novembre 2016 avrebbe posto fine all'”occupazione militare”, come la definirono i magistrati della Dda, da parte della cosca Trapasso, del territorio al confine tra le province di Catanzaro e Crotone.
Un “occupazione militare” che, stando alle risultanze della maxi indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, sarebbe stata possibile grazie anche alla maestranza delle “famiglie” emergenti Tropea e Talarico, ritenute articolazioni dei Trapasso nella fascia jonica catanzarese.
Tra le pene più alte spicca quella di 20 anni per il presunto boss di San Leonardo di Cutro Giovanni Trapasso. 18 anni ciascuno per Leonardo a Tommaso Trapasso, figli di Giovanni e Giuseppe e Vincenzo Tropea. Un controllo che, stando alle accuse ripercorse in oltre 50 pagine di capi d’imputazione, aveva la sua base a Cropani, considerata un feudo dei Trapasso, tant’è che un mese dopo gli arresti, tra i quali quello dell’ex vicesindaco Raffaele Greco, rinviato a giudizio nel processo col rito ordinario, si insediò la commissione d’accesso antimafia al Comune poi sciolto per mafia. In tutto furono 48 le misure cautelari, scattate in gran parte proprio a Cropani.
L’operazioen denominata “Bonderland”(terra di confine), il 29 novembre 2016 portò all’arresto di 48 persone. Nel corso delle indagini sono emersi gli interessi del clan, con solidi legami con le cosche reggine e vibonesi oltre che con quelle crotonesi, sulle attività economiche della zona, con riguardo particolare ai numerosi villaggi turistici, una fiorente attività di esercizio abusivo del credito e di usare e una capillare pressione estorsiva sugli imprenditori talvolta concretizzatasi nella apprensione dei beni delle vittime da parte della consorteria malavitosa. In aula l’accusa è stata rappresentata dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Debora Rizza. La cosca, raccontando le indagini, interveniva su tutto, dalle macchinette da inserire nei bar al commercio delle bombole di gas, fino, addirittura, a imporre a ciascun abitante del Villaggio Carrao di versare una sorta di tassa condominiale in cambio delle “sicurezza”.
Inchiesta arricchita anche per via delle rivendicazioni del pentito Giuseppe Liperoti che ha riferito tra l’altro, dell’ascesa del boss Trapasso attraverso una serie di omicidi per vendicare la morte del fratello Gaetano, freddato a Cropani Marina nel marzo 2003.

Continua dopo la pubblicità...


futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

MARCELLA MESITI|redazione@telemia.it

Print Friendly, PDF & Email