Ven. Nov 8th, 2024

Iniziativa realizzata con il sostegno e la presenza del Centro d’Ascolto Ariel

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Sè tenuto presso l’Ite Raffaele Piria-Ferraris da Empoli, un seminario di sensibilizzazione e riflessione sul tema della violenza di genere, con il sostegno e la presenza del Centro d’ascolto Ariel. A intervenire per primo e a introdurre il seminario è stato il professore Nuccio Malavenda che, portando anche i saluti della preside Galletta, ha voluto dimostrare la sua vicinanza e il suo sdegno nei confronti di questa tematica ancora oggi molto presente nella nostra società.

È stato il primo a intervenire, ricordando anche la memoria di Giulia Cecchettin, proprio per voler dimostrare che non tutti gli uomini sono uguali e che bisognerebbe proprio partire da questi ultimi per sperare e provare a mettere un freno a questa mattanza. La professoressa Antonella Amaddeo, ricollegandosi a quanto detto dal collega precedentemente, si è voluta soffermare proprio sulle relazioni uomo donna, volendo così ricordare ai propri alunni come “il vero amore tra ragazzo e ragazza non è il controllo, né dalla parte dell’uomo nei confronti della donna e né dalla parte della donna nei confronti dell’uomo, ma è la piena libertà perché ognuno è nato per essere libero”, introducendo in questo modo un tema importante e sottovalutato, quello del “controllo”.

Sulla base di questo tema, a prendere parola è Palma Moscato che presenta il Centro d’ascolto Ariel, nato nel 2008 come un’iniziativa di progetto e poi trasformato in un centro di volontariato che si occupa principalmente di violenza di genere.

Presentando a seguito, la linea rosa Ariel (800-435325), un numero accessibile a qualsiasi orario, pronto a dare assistenza alle donne vittime di violenza, ma anche a coloro che non sanno come agire di fronte alle
diverse dinamiche di violenza.

A intervenire a riguardo è proprio l’assistente sociale del Centro d’ascolto Ariel, Annamaria Vinciguerra. “Il rispetto deve partire da sé stessi e capire quali sono le nostre caratteristiche in quanto ognuno di noi è unico nel suo genere, unico nella sua unicità. Per questo è necessario accettare innanzitutto sé stessi perché è solo da qui, dal riconoscimento della propria essenza che si può riconoscere l’essenza altrui e quindi rispettare l’altro”.

La parola chiave dunque è rispetto, necessario per una pacifica convivenza, che porta l’assistente sociale Vinciguerra a soffermarsi sui diversi tipi di violenza, tra cui quella più subdola, quella che a volte sembra non ci sia ma che in realtà è la più crudele e pericolosa, ossia la violenza psicologica, come anche accennato dall’intervento di un’alunna. Una violenza a cui bisogna fare molta attenzione, in modo da imparare a riconoscere la violenza quando c’è.

Gli alunni della classe V A, riescono ad alleggerire la tematica, con la presentazione del libro fatto da loro e disegnato a mano dalle alunne Francesca e Giulia, nel quale vengono rappresentate diverse importanti figure nella storia della letteratura, dell’arte, del cinema, da Dante Alighieri a Giovanni Verga, da Frida Khalo a Marylin Monroe, ma anche storie di vita quotidiane, come Maria Antonietta Rositani, accomunati tutti dall’aver combattuto contro la violenza di genere o esserne stati vittima.

Un excursus che ha ricordato grandi figure, ne ha fatte conoscere di nuove, che ha emozionato e ammirato il
duro lavoro fatto dagli alunni. A seguire, l’intervento dell’avvocato del Centro d’Ascolto Ariel, Maria David, che ha spiegato in modo semplice l’intero iter burocratico riguardante la denuncia per violenza di genere, trattando in questo modo la violenza fisica, psicologica, includendo la violenza domestica e il revenge porn.

Tematica difficile da trattare quella del revenge porn, ma che l’avvocato ha saputo toccare delicatamente cercando con le sue parole di rendere consapevoli, soprattutto i giovani, poiché a causa dell’uso sproporzionato dei social media, quasi quotidianamente si imbattono in questa problematica.

“Rimanete oggettivi e cercate di capire se la persona che vi sta di fronte sta cercando in qualche modo di manipolarvi, quindi se la presenza di questa persona vi rende sereni oppure no. Se la situazione in cui siete
non vi dà serenità allora c’è qualcosa che non va e bisogna interromperla senza sensi di colpa o dubbi, ma chiudere e tutelare la vostra persona” ed è proprio con queste parole di speranza e avvertenza che l’avvocato
conclude il suo discorso. Presenti alla conferenza anche i docenti Capola, Stirparo, Procopio, Groe; Ester Pennestrì, volontaria del Centro d’Ascolto Ariel e Ida Romeo.