Gio. Nov 21st, 2024

Sono diverse le reazioni degli imputati al cospetto del gip, alcuni degli indagati hanno risposto alle domande del giudice negando le accuse, mentre gli altri hanno scelto di tacere e non rispondere affatto. Tuttavia, la situazione rimane invariata: nessuno di loro è stato rilasciato in libertà.

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Ieri si sono svolti gli interrogatori di garanzia per i nove indagati, tutti molto giovani, tra i 21 e i 32 anni, arrestati mercoledì scorso nell’ambito della terza fase dell’inchiesta “Masnada”, coordinata dalla procura di Palmi. Quest’ultima, guidata da Emanuele Crescenti, li accusa di violenza sessuale di gruppo continuata e aggravata nei confronti di una ragazza che all’epoca dei fatti era minorenne. Cinque di loro sono in carcere, mentre quattro sono agli arresti domiciliari. Alcuni di loro sono legati da vincoli di parentela a esponenti di cosche di ‘ndrangheta, mentre uno, P.G., è parente del sindaco.

Purtroppo, non è la prima volta che Seminara fronteggia questo tipo di orrore, i nove indagati si aggiungono infatti ai quattro arrestati del novembre scorso, accusati dello stesso reato di violenza sessuale di gruppo aggravata nei confronti di due minorenni della zona. All’epoca, tre di loro erano finiti in carcere e uno agli arresti domiciliari.

Nella seconda fase dell’operazione, eseguita il 21 dicembre 2023, erano stati posti agli arresti domiciliari quattro familiari di una delle giovani vittime, accusati di aver cercato di far ritirare la denuncia. Infine, risultano indagate a piede libero altre 16 persone, di cui 4 sono minorenni e verranno giudicate dal tribunale dei minori di Reggio Calabria.