Mer. Lug 17th, 2024

I Dca del commissario alla sanità Massimo Scura sui fondi destinati ai laboratori di analisi privati “non sono stati annullati o sospesi dal Tar Calabria, nonostante il ricorso presentato dalle Associazioni di categoria e da alcuni erogatori privati e, quindi, sono perfettamente operanti”. Lo scrive lo stesso Scura in una lettera aperta al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio. “Ancora una volta – scrive Scura – devo constatare che le informazioni che le giungono sono a dir poco lacunose. Mi preme innanzitutto evidenziare che coloro i quali addebitano a terzi le proprie azioni, la serrata in questo caso, non danno certo dimostrazione di maturità e di rispetto dei cittadini che vengono utilizzati come indebito strumento di pressione senza curarsi della loro salute. Non sono stati affatto ridotti gli acquisti di prestazioni private, bensì sono state spostate risorse dalle prestazioni di bassa complessità a prestazioni salvavita e in mobilità extraregionale che crea spesa e disagi per i cittadini. Infatti, i cittadini non esenti, quando vanno a farsi un’analisi del sangue o una Tac o una prestazione ambulatoriale, spendono nel pubblico o presso le strutture convenzionate, fino ad un massimo di 56 euro comprensivi di 11 euro di quota fissa (la ricetta). L’eccedenza a questa cifra viene pagata dal Ssr, ovunque ricevano la prestazione. La quasi totalità delle prestazioni di laboratorio erogate ai non esenti, viene effettuata dai privati convenzionati con lo sconto degli 11 euro di quota fissa, eludendo le norme nazionali e regionali, come se tutti i cittadini fossero esenti. La ricetta viene conseguentemente cestinata. Questo fenomeno crea due gravi conseguenze: il numero delle prestazioni basate sulle ricette risultano così molto inferiori alla realtà; il finanziamento dei privati non viene toccato e la regione non incassa la quota fissa”. “Ci sono tre Asp (Vibo, Crotone e parzialmente Cosenza) – prosegue Scura – che hanno correttamente e tempestivamente applicato i DCA 128/2017 e 72/2018, procedendo alla stipula dei relativi contratti, con gli operatori privati erogatori di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di laboratorio, operatori che vengono regolarmente remunerati. Forse lei dovrebbe chiedere ai direttori generali che non hanno ottemperato a convocare nei tempi prescritti gli erogatori, violando i decreti commissariali nn. 128/2017 e 72/2018, il perché della loro colpevole negligenza. Ad avviso dello scrivente, i direttori generali delle Aziende, a fronte dei limiti di spesa per l’acquisto delle prestazioni sanitarie, operando una seria programmazione sanitaria, dovrebbero saper scegliere se acquistare semplici prestazioni laboratoristiche, che i cittadini possono pagare di tasca propria senza maggiori oneri rispetto all’erogatore pubblico, e analisi laboratoristiche complesse come ad esempio quelle sulla genetica che le Aziende sanitarie non fanno in casa o ecografie, Tac e Rmn per ridurre le liste d’attesa. Quanto alle note del dirigente generale del dipartimento indirizzate ai direttori generali delle Asp di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, ricordo che i tetti di spesa per i laboratori e per la specialistica ambulatoriale, come pure per l’ospedalità privata, valgono per l’intero anno di applicazione e non dalla data di adozione del Dca o di sottoscrizione del contratto (come del resto più volte affermato dal Giudice amministrativo), a differenza dei Dca aventi ad oggetto la definizione delle tariffe che entrano in vigore dal momento della loro adozione, in genere con effetto immediato”. “Quindi – conclude Scura – è errato affermare che, siccome alcuni privati sono stati chiamati, colpevolmente, dai direttori generali, a firmare i contratti del 2017 a marzo 2018, i mesi di gennaio e febbraio ricadrebbero in una prorogatio contrattuale del 2016, in quanto come lei ben saprà, il Dca n. 72/2018 non è stato sospeso dal Tar Calabria. A tal proposito gli erogatori privati, qualora invitati o addirittura di loro spontanea volontà (come peraltro sta tuttora avvenendo) possono sottoscrivere i contratti ed essere automaticamente remunerati. Senza contratto firmato, non esiste titolo giuridico per poter remunerare prestazioni”.

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