Gissi, ‘bambini in classe dopo contagi è di difficile gestione’
Continua dopo la pubblicità...
"Il dibattito sul rientro a scuola
sposta ancora una volta il problema e non valuta fino in fondo i
possibili rischi. Siamo convinti, da sempre, che i nostri alunni
a scuola siano più sicuri e protetti che in altri contesti.
Rispettano le regole di prevenzione e si attengono alle
indicazioni senza interpretazioni flessibili. Oggi c’è un
elemento che ci fa riflettere e che vorremmo evidenziare: per la
prima volta la pandemia colpisce i piccoli che ancora non hanno
una copertura vaccinale”. Lo afferma Maddalena Gissi, segretaria
generale di Cisl Scuola secondo la quale “non sono state assunte
misure per accompagnare la riapertura con presidi sanitari e
corsie preferenziali per le scuole”.
"Lo abbiamo chiesto dal primo momento: se ci fossero gazebo
della protezione civile o mezzi attrezzati dell’esercito
assegnati solo allo screening nelle scuole, forse – dice ancora
Gissi – si potrebbero prevenire quarantene inutili e
tracciamenti infiniti. È una misura eccezionale così come è
unico il bene degli alunni. Sono ridicoli i suggerimenti di
alcuni governatori che vorrebbero affidare al personale della
scuola la gestione dei tamponi. L’ipotesi di tenere in classe i
bambini anche dopo i primi contagi è di difficile gestione;
l’allarme su possibili sintomi o malattie, alimenta le ansie dei
genitori. Le famiglie benestanti terranno a casa i propri figli
e la frequenza rimarrà solo per gli alunni i cui genitori non
possono conciliare lavoro e gestione della Dad”.
Secondo l'esponente della Cisl "i canali di persuasione per
ampliare la campagna vaccinale dei più piccoli (dai 5 ai 12
anni) sono poco incisivi. I genitori dovrebbero trovare nei
pressi delle scuole un hub dedicato per il vaccino. Gli stessi
pediatri dovrebbero essere coinvolti per garantire la loro
presenza fisica nelle strutture scolastiche in giorni
predefiniti. Solo immaginare una sospensione delle attività in
presenza, potrebbe incentivare la partecipazione attiva dei
bambini alla campagna di somministrazione. Il personale –
conclude Gissi – è per lo più vaccinato ma un positivo in una
classe di 30 mq con 25 studenti non è molto rassicurante anche
per chi ha una copertura con la terza dose”.