Mer. Lug 17th, 2024

Gissi, ‘bambini in classe dopo contagi è di difficile gestione’

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"Il dibattito sul rientro a scuola

sposta ancora una volta il problema e non valuta fino in fondo i

possibili rischi. Siamo convinti, da sempre, che i nostri alunni

a scuola siano più sicuri e protetti che in altri contesti.

Rispettano le regole di prevenzione e si attengono alle

indicazioni senza interpretazioni flessibili. Oggi c’è un

elemento che ci fa riflettere e che vorremmo evidenziare: per la

prima volta la pandemia colpisce i piccoli che ancora non hanno

una copertura vaccinale”. Lo afferma Maddalena Gissi, segretaria

generale di Cisl Scuola secondo la quale “non sono state assunte

misure per accompagnare la riapertura con presidi sanitari e

corsie preferenziali per le scuole”.

"Lo abbiamo chiesto dal primo momento: se ci fossero gazebo

della protezione civile o mezzi attrezzati dell’esercito

assegnati solo allo screening nelle scuole, forse – dice ancora

Gissi – si potrebbero prevenire quarantene inutili e

tracciamenti infiniti. È una misura eccezionale così come è

unico il bene degli alunni. Sono ridicoli i suggerimenti di

alcuni governatori che vorrebbero affidare al personale della

scuola la gestione dei tamponi. L’ipotesi di tenere in classe i

bambini anche dopo i primi contagi è di difficile gestione;

l’allarme su possibili sintomi o malattie, alimenta le ansie dei

genitori. Le famiglie benestanti terranno a casa i propri figli

e la frequenza rimarrà solo per gli alunni i cui genitori non

possono conciliare lavoro e gestione della Dad”.

Secondo l'esponente della Cisl "i canali di persuasione per

ampliare la campagna vaccinale dei più piccoli (dai 5 ai 12

anni) sono poco incisivi. I genitori dovrebbero trovare nei

pressi delle scuole un hub dedicato per il vaccino. Gli stessi

pediatri dovrebbero essere coinvolti per garantire la loro

presenza fisica nelle strutture scolastiche in giorni

predefiniti. Solo immaginare una sospensione delle attività in

presenza, potrebbe incentivare la partecipazione attiva dei

bambini alla campagna di somministrazione. Il personale –

conclude Gissi – è per lo più vaccinato ma un positivo in una

classe di 30 mq con 25 studenti non è molto rassicurante anche

per chi ha una copertura con la terza dose”.

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