Mer. Lug 17th, 2024

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza, nel corso delle ordinarie attività
di controllo economico – finanziario del territorio, ha scoperto e sottoposto a sequestro,
sotto la direzione della Procura della Repubblica di Cosenza, una discarica abusiva di
pneumatici “fuori uso” (cd. “PFU”).
Una “montagna” di circa 6,5 tonnellate di rifiuti speciali in avanzato stato di decomposizione,
abbandonati in un terreno situato in un Comune montano del Cosentino, noto per le sue
bellezze ed attrazioni turistiche.
Le attività investigative, immediatamente effettuate dai finanzieri della Compagnia di Paola
(CS) dopo la scoperta, hanno consentito di individuare i responsabili della raccolta, del
trasporto e del deposito illecito di rifiuti.
L’area è stata posta immediatamente sotto sequestro ed i responsabili delle violazioni
contestate sono stati denunciati all’A.G. per: “Attività di gestione di rifiuti non autorizzata”.
Il terreno di deposito dei rifiuti è risultato di proprietà di una persona, esercente attività
agricola, tenuta, unitamente ad un altro utilizzatore dello stesso, ad effettuare le operazioni di
rimozione, di recupero, smaltimento dei rifiuti, nonché di bonifica e di ripristino dello stato dei
luoghi, così come previsto dall’art. 192, comma 3 del D.Lgs. 152/2006.
Le operazioni necessarie saranno disposte con un’ordinanza del Sindaco del Comune
interessato, che fisserà il termine entro cui provvedere, decorso il quale si procederà
all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati.
L’attività illecita accertata dalle Fiamme Gialle cosentine, non solo è particolarmente
pericolosa per l’ambiente e la natura, poiché gli pneumatici abbandonati possono
contaminare il terreno ed inquinare l’aria in caso di incendio, essendo composti da “zinco,
zolfo e piombo”, nonché sporchi di “grasso”, ma crea anche un doppio danno ai cittadini, in
quanto il consumatore: da un lato, all’atto dell’acquisto di pneumatici nuovi, paga i costi di
gestione per quelli arrivati a fine vita (nel prezzo è compresa la quota di smaltimento) e
dall’altro paga il costo ambientale che deriva dall’abbandono.
Infatti, il contributo ambientale versato dal cittadino automobilista all’atto dell’acquisto del
pneumatico nuovo serve a coprire i costi di un sistema efficiente ed efficace di raccolta e di
riciclo finalizzato a favorire, tra l’altro, la creazione di un sistema industriale ed una
promozione di un’economia del riciclo che può portare sviluppo economico e nuova
occupazione.
I responsabili, oltre a dover bonificare il sito, rischiano ora anche la sanzione penale
dell’ammenda da un minimo di euro 2.600,00 ad un massimo di euro 26.000,00.

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