Sab. Nov 16th, 2024

Cadmio, nichel e piombo in concentrazioni oltre i limiti nei corsi d’acqua. L’Ispra evidenzia rischi per l’ambiente e la salute: necessari interventi urgenti.

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Un territorio votato all’agricoltura biologica e all’allevamento rischia di essere travolto da una vicenda ambientale gravissima. La discarica di Scala Coeli, nel cuore della Calabria, è al centro di un’inchiesta della Procura di Castrovillari per il reato di disastro ambientale, che potrebbe avere pesanti ripercussioni economiche e sanitarie.

Secondo l’ordinanza di sequestro preventivo dell’impianto firmata dal gip Luca Fragolino, almeno 15.390 metri cubi di percolato si sarebbero riversati nell’ambiente, contaminando i corsi d’acqua vicini, tra cui il fosso Capoferro e il torrente Patia. I campionamenti effettuati dall’Arpacal hanno rilevato la presenza di cadmio, nichel e piombo in concentrazioni superiori ai limiti consentiti, con il rischio di compromettere anche il fiume Nicà e il Mar Ionio.

L’Ispra, nella sua relazione tecnica di maggio 2024, ha evidenziato come la vulnerabilità idrica dei corsi d’acqua impattati renda il percolato altamente pericoloso per i corpi idrici superficiali e per le falde acquifere. La società proprietaria dell’impianto, la Bieco, aveva creato bacini artificiali per contenere il percolato, ma questi avrebbero peggiorato la situazione, compromettendo la qualità biologica e idromorfologica dei torrenti e lasciando aperta la possibilità di infiltrazioni nelle falde.

Campionamenti successivi hanno confermato la gravità del quadro: il superamento dei limiti di piombo e altri metalli è stato riscontrato a valle della confluenza tra il torrente Patia e il fiume Nicà, e persino a 50 metri dalla foce di quest’ultimo. Effetti definiti “non trascurabili” dagli esperti, che sottolineano l’urgenza di approfondimenti per valutare l’entità del danno ambientale e prevenire ulteriori contaminazioni.

Tra le raccomandazioni dell’Ispra spiccano:

  • Indagini aggiuntive sullo stato ecologico dei corsi d’acqua dopo il ripristino, per escludere ulteriori danni.
  • Realizzazione di sistemi di protezione permanenti per evitare nuovi sversamenti.
  • Approfondimenti sull’origine di concentrazioni anomale di metalli pesanti, come mercurio e piombo, riscontrate anche nelle acque sotterranee.

Non è chiaro, tuttavia, se queste indagini siano state avviate o completate. L’incertezza lascia il territorio in uno stato di vulnerabilità, con gravi interrogativi sull’impatto a lungo termine per l’ambiente, la salute pubblica e le attività produttive locali.