Secondo l’ex parlamentare: “In Italia si studia Medicina in diverse università vicine tra di loro. La concorrenza aiuta non distrugge”
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«Se leviamo i personaggi in cerca d’autore del teatro politico, nessuno crede che il problema della sanità calabrese possa essere la facoltà di Medicina nelle università di Cosenza e di Reggio Calabria».
Lo afferma, in una nota, Francesco Sapia, responsabile del settore Sanità del comitato POP (Popolari in rete) ed ex palramentare. «Fanno male – continua Sapia – gli scontri al riguardo degli ultimi giorni, in cui si è lasciato trascinare perfino il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, fondati su pretese territorialistiche e su pericoli inesistenti. In Italia si studia Medicina in diverse università vicine tra di loro. Roma, poi, ha più atenei che formano futuri medici. La concorrenza aiuta e non distrugge, se basata sull’impegno, sul merito reale e sul rispetto della verità». «Intanto, nessuno dei campanilisti odierni – sottolinea Sapia – dice che in Calabria mancano troppi medici; che molti giovani studenti sono costretti ad andare all’estero; che le scuole di specializzazione in Medicina presenti nella regione hanno risapute difficoltà; che il caso della Fondazione Campanella resta una ferita aperta e che nel policlinico universitario di Catanzaro non c’è il Pronto soccorso, nonostante il corrispettivo milionario che la Regione eroga per l’assistenza sanitaria integrativa. Nel 2023, alla politica calabrese – incalza Sapia – mancano la volontà e il coraggio di assumere posizioni critiche e di utilità pubblica, di guardare avanti, di riconoscere gli errori del passato e di imparare da quegli sbagli o abbagli. Possibile che non si voglia leggere il presente e immaginare un futuro migliore?».
«Chi ne risponderà alle nuove generazioni? Dovremmo confrontarci su come uscire dal pantano, soprattutto nella sanità, piuttosto che – conclude Sapia – dare al resto dell’Italia un altro pessimo esempio dalla Calabria