Mer. Lug 17th, 2024

Indagini minuziose e certosine hanno consentito di indentificati gli autori che sabato scorso hanno affisso alcuni santini della Madonna di Polsi sulla saracinesca dell’ex attività commerciale della cosca Pesce di Rosarno, a due passi dall’abitazione di Giuseppa Bonarrigo, madre di alcuni esponenti della potente consorteria della Piana di Gioia Tauro. A renderlo noto, ieri, è stato, orgoglioso, Federico Cafiero de Raho nel corso del vertice del Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dal Prefetto Michele di Bari e tenutosi in Prefettura all’indomani del fatto. Il procuratore di Reggio Calabria ha ribadito che “lo Stato non arretra mai quando si tratta episodi di questo genere e se, fino a poco tempo fa, potevano essere visti come qualcosa di non significativo oggi non è più così”. Il comitato convocato ha visto la partecipazione anche del sindaco di Rosarno Giuseppe Idà. Il prefetto Di Bari ha condannato il gesto blasfemo e ha assicurato “fermezza ssoluta e tolleranza zero rispetto a questa gestualità che non ha nulla a che vedere con le persone oneste, che hanno una pura fede, le persone che credono in una entità superiore” . Riguardo alle indagini in corso, De Raho ha aggiunto che la Procura sta indagando per verificare la sussitenza di reati. Si faranno le indagini necessarie per accertare l’eventuale consumazione di reati di ogni natura. Intanto, tra le diverse reazioni per l’accaduto, molto forte è la posizione assunta dal vescovo di Locri-Gerace mons. Francesco Oliva che, per mezzo di una nota, ha posto in evidenza come “purtroppo esiste una falsa devozione verso le immagini sacre. L’immagine sacra richiama una realtà spirituale, ma non si identifica con essa. L’uso di un’immagine sacra per finalità che non siano spirituali è un sacrilegio. E’ un uso strumentale che sa di profanazione e pertanto non è rispettoso della fede genuina e della pietà popolare. La Madonna di Polsi e il suo Santuario, come più volte ha ribadito il nostro vescovo, non vuole avere nulla a che vedere con le organizzazioni mafiose e ’ndranghetiste: chi aderisce alla ‘ndrangheta e ad ogni forma di criminalità organizzata è scomunicato, cioè fuori dalla comunione con Dio e con la Chiesa.
Lo ribadiamo ancora una volta, il santuario è contro la ‘ndrangheta”.

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ALESSANDRA BEVILACQUA |redazione@telemia.it

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