Presentazione dei candidati della Casa delle Libertà nella circoscrizione centro con la candidata presidente, in vena di confessioni. Parente: «L’abbiamo supplicata di sacrificarsi». L’aspirante governatore: «Nella mia coalizione non ci sono transfughi. Dobbiamo recuperare normalità alla Calabria, per questo chiederò un patto con la stampa. Berlusconi? Mi ha promesso che verrà»
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«Trovo un entusiasmo che non mi aspettavo, è segno che ci sono ancora persone che ci credono e chiedono un futuro. I calabresi hanno dato alla politica più di quanto la politica abbia dato ai calabresi, adesso quindi siamo noi a essere chiamati alla prova, ed è nostro dovere cercare di dare un futuro migliore a questa terra».
A metà strada tra il personale e il politico, Jole Santelli, candidata alla presidenza della Regione per il centrodestra, presiede a Catanzaro la presentazione dei candidati della Casa delle Libertà nella circoscrizione centro. Accolta dal coordinatore della lista, Claudio Parente, uscente capogruppo di Forza Italia alla Regione, e da un contesto che la abbraccia letteralmente, la Santelli si confida, concedendo le sue riflessioni tra il personale e il politico nel corso della conferenza stampa moderata dal giornalista del Corriere della Calabria Danilo Monteleone.
È soprattutto sotto il primo aspetto che la parlamentare e coordinatrice regionale di Forza Italia adesso in rampa di lancio per la guida della Regione si sofferma. «Io credo – prosegue la Santelli – che per un politico essere chiamato dalla propria coalizione alla guida della propria terra sia l’onore più grande, quello che mi preoccupava è che sul piatto della bilancia a fronte di questo onore gli oneri erano più grandi. Non è un ruolo che volevo o a cui aspiravo, ma nel momento in cui mi sono trovata nella necessità di dover fare una scelta, per una che fa politica ho pensato: che faccio? Ne sono capace? Sul fatto di essere capace la risposta è un po’ dubbia, ma ho pensato che non sono sola. Sono io ma – rimarca la candidata governatrice del centrodestra – siamo in tanti, in tanti tra di noi in politica ma anche in tanti calabresi che vogliono dare una mano alla Calabria. Se fosse solo Jole Santelli a dover accettare questa responsabilità, risponderebbe di no, se Jole Santelli sa di essere accompagnata in un percorso, pensa che tutti insieme ce la possiamo fare. La Santelli ha la consapevolezza di due cose: la prima è da soli non si comanda e non si risolvono i problemi, ma si deve fare squadra, la seconda è che tenteremo tutti insieme di evitare gli errori commessi prima, questo ci insegna la storia».
Ancora una confidenza, dalla Santelli, che ripercorre gli ultimi convulsi giorni prima dell’ok alla sua candidatura: «Li ho vissuto sdoppiata. Jole stava in un lato, e poi c’era Jole Santelli che era un’altra cosa. Jole Santelli ha vissuto la cosa da politica, non da persona». A supporto, interviene Parente, che in quei giorni era anch’egli in prima linea. «Io ho vissuto direttamente questa assunzione di responsabilità di Jole. Siamo stati tutti noi a supplicare Jole a questo immane sacrificio, perché lei è stata la paladina più forte della candidatura di Mario Occhiuto, ho avuto modo di ascoltare tante telefonate al presidente Berlusconi nelle quali fino all’ultimo, anche a designazione avvenuta, Jole ha cercato di recuperare Occhiuto, naturalmente non agli occhi di Berlusconi ma per il problema che c’era con la Lega. E – rileva Parente – siamo stati tutti noi, tutto il partito calabrese, a supplicarla ad assumersi questa responsabilità perché era l’unica che poteva tenerci tutti insieme e farsi garante di tutti e soprattutto dei calabresi. Ho visto che anche chi all’inizio aveva vissuto questa situazione con qualche dichiarazione di troppo è dovuto tornare sui suoi passi, ma la verità viene sempre a galla tra galantuomini. Anche Mario Occhiuto stesso è ritornato sui suoi passi, ha capito che l’unità del centrodestra era prioritaria rispetto a certe situazioni che non avremmo voluto ma che abbiamo dovuto accettare come partito». Ora però c’è da guardare avanti e da affrontare una sfida da far tremare i polsi. «Il sereno nel centrodestra c’è, perché c’è una squadra rodata negli anni, che magari arriva con tempi più lunghi ma quando arriva arriva bene», aggiunge la Santelli, che poi annota: «La priorità per la Calabria è ritornare alla normalità. Non ho mai creduto nei programmi dei 100 giorni, il problema è lavorare dal primo giorno per recuperare una normalità in questa terra. In tutti i settori dobbiamo far capire, fuori dalla Calabria ma anche a noi calabresi, che siamo molto meglio di quello che loro pensano e molto meglio di quanto noi stessi pensiamo. Possiamo dare molto di più, tutti i filoni della Calabria devono lavorare su questo: una cosa che chiederò subito – prosegue la candidata alla presidenza della Regione per il centrodestra – è un patto con la stampa, cerchiamo tutti insieme di far vedere le tante cose belle di questa terra».
C’è anche un po’ di preoccupazione per le (prevedibili) pesanti eredità che potrebbe dover gestire se dovesse diventare presidente della Regione: «In termini di tempo, si dovranno affrontare – spiega la Santelli – il bilancio di previsione e il problema gravissimo dei rifiuti, perché sappiamo che l’emergenza può scoppiare nelle prossime settimane. In termini più generali, una rottura terribile che si è creata tra politica e amministrazione, politica, amministrazione e calabresi. È una rottura molto più complicata da sanare. La fiducia delle persone nella politica è sempre minore come tempo, quindi c’è urgenza di dare risposte. Per questo – sostiene la candidata alla presidenza della Regione per il centrodestra – chiedo aiuto alla stampa: se faccio male trattatemi malissimo, ma cerchiamo di essere in buona fede tutti, se facciamo un percorso cerchiamo di comprenderci».
Per il resto, la Santelli preferisce «non rispondere» alle provocazioni di Callipo, anche se rimarca il fatto che il suo competitor principale «non consoce la politica, come lui stesso ammette del resto, e non conosce i regolamenti del Parlamento», ma non accetta l’accusa di aver “imbarcato” di tutto nella sua coalizione: «Con noi non ci sono transfughi, ma persone che per strada hanno abbandonato un’esperienza in cui avevano creduto e in cui non credevano più, sono andati via molto prima e hanno fatto un percorso politico nel centrodestra». “Siparietto” con i giornalisti sull’annunciata tappa calabrese di Berlusconi: «Mi ha promesso – conferma la Santelli – che verrà in Calabria, aspetto la data, ma probabilmente lo saprete prima voi di me». Quindi, l’abbraccio singolo e collettivo ai candidati della Casa delle libertà, lista “gemella di Forza Italia da cui – sostiene la Santelli – «arriverà un grosso contributo».
A presentarla è infine Parente, che ricorda la genesi di questa sfida elettorale: «Noi avevamo preparato le liste “Officine del Sud”, era già tutto pronto, poi alla fine dovendo includere alcuni candidati che facevano parte di altri partiti non direttamente collegabili al centrodestra abbiamo fatto questo mix di esperienza e professionalità per fare una lista ancora più forte e più competitiva. Stiamo in generale lanciando in Calabria l’idea di “Altra Italia” del presidente Berlusconi, il progetto fondato su liste civiche collegate a Forza Italia ma formate da professionisti, imprenditori che vogliono misurarsi in politica ma non vogliono essere vincolati a un partito., Ritengono – conclude Parente – che daremo una bella soddisfazione al presidente Berlusconi». (a.cant.)