“Tante gente arrestata” in inchieste per reati riguardanti l’attività di aziende sanitarie calabresi, “e poi scarcerata è tornata al posto di lavoro, purtroppo. Io ho pregato i responsabili delle aziende di collocarli quantomeno in posti dove non è possibile assolutamente avere alcuna leva di comando, alludo all’amministrativo contabile soprattutto”. A dirlo, rispondendo alle domande dei parlamentari, è stato il commissario alla Sanità in Calabria Guido Longo nella sua audizione in commissione Antimafia. “Quando si viene scarcerati – ha aggiunto – ed il processo pende, per la normativa esistente, purtroppo, non si possono prendere provvedimenti ahimè. Nello Stato si prendono provvedimenti perché c’è la sospensione facoltativa e quella obbligatoria in caso di rinvio a giudizio ma nelle aziende no e quindi l’unica possibilità che abbiamo è di collocarli in una posizione del tutto marginale e secondaria. È successo stamattina che un arrestato a Reggio Calabria è stato scarcerato ed è ritornato in azienda, ma è stato messo in una posizione defilata. Quanto meno non si occuperà di quello di cui si occupava prima”.
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