La suddivisione dei 258 milioni destinati al settore. I bonus per chi fa scendere la migrazione passiva. I fondi (e i paletti) per il Marrelli Hospital. E la conferma degli stanziamenti per gli ambulatori. Mentre Aiop e Anisap pianificano la strategia
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In attesa che le interlocuzioni di queste ore tra la struttura commissariale e la sanità privata arrivino a una sintesi (o la tensione esploda: questa eventualità ha una quotazione piuttosto bassa), emergono i primi dati concreti sulla bozza di ripartizione dei fondi che ha creato la prima frizione dell’era sanitaria post Scura. Si tratta di numeri discussi a lungo martedì in due riunioni a Lamezia: Aiop e Anisap hanno aperto i tavoli per parlare di cifre e fare le proprie rimostranze.
IL NUOVO BUDGET Ecco i numeri, dunque: il tetto di spesa per la sanità privata è, al solito, di 258 milioni 117 mila euro. È la ripartizione per aree il nodo della discordia (e, all’interno delle aree, quella per singole strutture). Il tetto per la specialistica è stato fissato a 64,9 milioni, quello per il trattamento ospedaliero dei malati acuti a 133,4 milioni, mentre per i post-acuti la quota è di 57,4 milioni di euro. Ai numeri si arriva seguendo una logica che è, in parte, mutuata dal metodo inaugurato da Massimo Scura. Non deve stupire che i nuovi commissari (Saverio Cotticelli e Thomas Schael) si siano inseriti in quel solco: appena insediati alla Cittadella hanno avuto parole di elogio per il lavoro del predecessore.
Prima questione: a 50 Drg (Diagnosis relater groups: è la classificazione dei ricoveri ospedalieri in base alla specialità) ad alto tasso di emigrazione sanitaria viene assegnata una sorta di premialità. Chi si “dedica” al trattamento di patologie che impattano sulla migrazione passiva viene ricompensato, in sostanza. Seconda questione (in questo la linea seguita si separa da quella di Scura): lo spostamento di fondi previsto dal precedente commissario dalla specialistica ambulatoriale al settore ospedaliero viene congelato, almeno per il 2019.
Terzo: aumentano gli investimenti in percorsi di diagnostica oncologica (due milioni di euro in più) e 1,5 milioni di euro finiranno al Marrelli hospital.
I FONDI AL MARRELLI HOSPITAL È questo uno dei punti cruciali del malcontento. Da fonti dell’Aiop emergono i motivi che avrebbero convinto i commissari governativi a destinare uno stanziamento cospicui alla struttura sanitaria di Crotone. Il primo riguarda la natura del territorio, che è un sito di interesse nazionale per l’inquinamento dell’ex area industriale. Il registro dei tumori non c’è, ma l’allarme per l’incidenza delle patologie neoplasiche è elevato: circostanza che ha convinto Cotticelli e Schael a completare un iter per l’accreditamento già avviato da Scura. Ci sarebbero, tuttavia, alcuni paletti per il budget predisposto: il Marrelli Hospital, secondo quanto si apprende, non potrà trattare pazienti in arrivo da altre province e non potrà operare senza una prescrizione da parte del team multidisciplinare degli ospedali di Catanzaro e Crotone. L’idea è quella di integrare pubblico e privato ma i proprietari delle altre strutture non sembrano aver gradito. È, ancora una volta, questione di numeri. Il settore pubblico si è dotato di 7 macchine per la Radioterapia, acquistate di recente al costo di 14 milioni di euro. Tre macchine si trovano al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro (e dovrebbero servire anche Vibo, Lamezia e Crotone), due all’Annunziata di Cosenza e due al Riuniti di Reggio. E i tempi massimi per le liste d’attesa sono rispettati. Inevitabile che lo stanziamento per il Marrelli Hospital generasse qualche mal di pancia.
I FONDI AGLI AMBULATORI Chissà come andrà, invece, per un’altra vertenza che ha registrato altissimi picchi di tensione negli ultimi anni: quella che riguarda i laboratori e gli ambulatori. Scura da un lato, Anisap e Federlab dall’altro: le carte bollate erano all’ordine del giorno. E lo sarebbero state anche nel 2019, visto che l’ex commissario aveva in animo di ridurre ulteriormente il budget ai privati. Cotticelli e Schael non daranno seguito alla “promessa”: congeleranno le somme. Il budget resterà immutato. Ma non è detto che la notizia piaccia alle associazioni che tutelano i diritti dei proprietari. Anche in questo caso l’ispirazione arriva dai numeri: le prestazioni tra il 2017 e il 2018 sono rimaste pressoché uguali (15,7 milioni contro 15,2 milioni) e, con le somme stanziate dai decreti Scura, non si sono verificate le temute conseguenze sulla perdita di posti di lavoro nelle strutture accreditate. I commissari, insomma, non si aspettano manifestazioni di piazza o convocazioni di tavoli di crisi. Nei prossimi giorni si capirà se le aspettative siano corrette. (ppp)