Mar. Nov 19th, 2024

“Sono rammaricato delle diverse realtà che vengono espresse nella mia terra in campo sanitario, reparti ospedalieri chirurgici e medici in cui i servizi erogati sono allo stremo. Contesti in cui il carico lavorativo è in mano solo a pochi, perché altri purtroppo hanno rinunciato al loro dovere, per votarsi ad una certa velleità, ad ambizioni che sono tutt’altro che coerenti con la professione medica, cioè con la chiamata a occuparsi e preoccuparsi della salute altrui. Voglio dirlo senza troppi giri di parole: esistono in Calabria medici che hanno rinunciato a fare il medico credendo di poter esercitare la professione da dietro una scrivania, scalando man a mano i vertici dirigenziali, disonorando finanche il più classico dei doveri di un medico: essere di aiuto ai malati. Si tratta di una brama di carriera che, seppur legittima, non può sostituire il lavoro quotidiano di medico. La professione è un servizio verso la comunità che non può esaurirsi solo nella volontà di fare successo e riempire un curriculum con traguardi che nulla hanno a che vedere con la salute delle persone. La sete di potere non può sostituire la prestazione pubblica che i medici devono erogare. Ci sono reparti che si reggono solo grazie all’abnegazione di uno o di pochi medici e alla professionalità degli infermieri e degli operatori sanitari. E per quanto abbia sempre detto che i sanitari calabresi, gli infermieri, gli operatori sanitari siano persone eccezionali, è con altrettanta somma mestizia che devo riconoscere che alcuni di coloro che non fanno più i medici non sono in grado di fare neanche gli amministratori. Il risultato? Un’attività sanitaria esaurita, senza quei giusti numeri in grado fornire le prestazioni essenziali. Poco personale che lavora tanto, altri purtroppo impegnati a raggiungere vette di comando, più interessati al potere che al giuramento di Ippocrate.”

Continua....


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Massimo Misiti

Deputato Movimento Cinquestelle