Mar. Lug 16th, 2024

“Si sono alternati commissari, direttori generali, ma l’opera lenta e inesorabile di smantellamento del nostro ospedale continua senza sosta. Mai come in questo periodo si è arrivati a non garantire i livelli minimi di assistenza. La carenza di personale è il problema principale che fa si che presso la nostra struttura ormai siano davvero pochi i servizi erogati”.

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E’ quanto denuncia, la presidente del Comitato Difendiamo l’Ospedale, Bruna Filippone.

“La cardiologia non effettua più visite esterne, per eseguire un holter cardiaco bisogna rivolgersi al privato, servizio di impianto pacemaker sospeso. La radiologia ha solo due unità di cui una è il primario e un’unità è in prestito da Polistena. Motivo per cui se bisogna eseguire esami con mezzo di contrasto e non c’è il medico, si viene mandati a Polistena. Liste di attesa – aggiunge Filippone – per eseguire una mammografia lunghe proprio per carenza di personale, nessuna trasparenza sui tempi medi necessari per avere una prestazione, nonostante ci sia una legge (d.lgs. 33/2013 art. 41, comma 6) che imponga alle aziende sanitarie di pubblicare sul sito aziendale dette informazioni. Dermatologia chiusa. Il reparto di ginecologia non effettua visite ambulatoriali esterne. Pediatria anche qui tre medici di cui uno il primario e una cooperativa per fornire i medici a gettone, non sempre in grado di fornirli per coprire i turni. Gastroenterologia, un medico che fa esami e un altro che fa solo visite, si possono effettuare solo colon, le gastro no, in quanto il macchinario che era in prestito, adesso è in riparazione. Urologia, 3 medici, di cui uno andrà a gennaio in pensione quindi a breve, sarà difficile gestire perfino l’ordinario”.

“Alla luce di quanto sopra riportato – tuona la presidente del Comitato – ci chiediamo cosa si può fare presso il nostro ospedale? Il personale sanitario è allo stremo, sottoposto a turni di lavoro massacranti, con il rischio di essere anche aggrediti fisicamente, come accaduto di recente al Pronto soccorso.  Ci chiediamo cosa c’è dietro questa continua opera di smantellamento e di chiusura di servizi. Facciamo presente che adesso i trasferimenti sia per Polistena che per Reggio, hanno un tempo ragionevole che poi sarà raddoppiato nel momento della chiusura della Limina. In tutto questo, assistiamo al dirottamento di fondi destinati al nostro ospedale verso altre strutture. Ci sentiamo figli di un Dio minore abbandonati dalle istituzioni che davanti a questo scempio – conclude – fanno finta di non vedere e chi dovrebbe agire per modificare l’ordine delle cose, non fa nulla”.

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