In Calabria, non ci sarà alcuna riduzione delle ex guardie mediche senza prima l’attivazione dei nuovi presidi e strumenti di assistenza territoriale. Lo ha precisato il Dipartimento tutela della salute e servizi socio-sanitari della Regione Calabria in una nota ufficiale, rassicurando che la riorganizzazione della rete di continuità assistenziale sarà graduale e pianificata.
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L’Accordo Integrativo Regionale (AIR), firmato da Dipartimento, sindacati e struttura commissariale, recepisce le disposizioni dell’Accordo Collettivo Nazionale (ACN), che stabilisce un medico di continuità assistenziale (ex guardia medica) ogni 5.000 abitanti. In base a questo criterio, in Calabria saranno necessari circa 100 presidi di continuità assistenziale, ciascuno per una popolazione di 20.000 abitanti.
Nonostante tale organizzazione sia già attiva in altre regioni d’Italia, in Calabria il processo di revisione procede a rilento a causa delle storiche carenze della rete sanitaria territoriale, che ha spesso fallito nel garantire servizi adeguati e capillari. La riorganizzazione rientra in una più ampia pianificazione che coinvolge l’intera rete territoriale regionale.
Tra le principali misure previste, ci sono l’attivazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (gruppi di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta), l’avvio delle Centrali Operative Territoriali (due delle quali già operative), la realizzazione delle Case di Comunità, l’ultimazione della rete di emergenza 118 e l’attivazione del numero unico per la continuità assistenziale 116117.
Inoltre, l’AIR include una particolare tutela per i Comuni disagiati, che richiedono un’attenzione specifica nella pianificazione e nell’implementazione dei servizi di continuità assistenziale.
Questa riorganizzazione sanitaria mira a migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini, senza però procedere alla riduzione delle attuali strutture finché i nuovi presidi non saranno operativi, garantendo così una transizione equilibrata e sicura.