Ven. Nov 22nd, 2024

Di seguito la lettera aperta rivolta dal SUL al commissario alla Sanità regionale Guido Longo, firmata da Luigi Nardi (RSA SUL presso Azienda Ospedaliera di Cosenza), Federica Messineo (Coordinamento regionale SUL Sanità), Antonio Luvarà (Segretario SUL per la Sicurezza) e Aldo Libri (Segretario Generale Regionale SUL/Calabria).

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Egregio dott. Longo,

 

la Sua nomina all’importante carica di Commissario alla Sanità calabrese è di conforto perché conosciamo la Sua opera nelle importanti istituzioni a cui è stato assegnato nella nostra Regione e perché la rimozione dei Commissari cosentini è, per noi, una ottima carta di presentazione.
Le chiediamo di trovare il tempo per riceverci, per poterle presentare de visu le richieste che avevamo avanzato alla struttura commissariale cosentina dimissionata. Si tratta di rivendicazioni che sfiorano l’ovvio e che dovrebbero essere accolte e risolte senza nemmeno una discussione.

 

Che il Pronto Soccorso di Cosenza abbia la metà del personale sanitario necessario non è una opinione, ma un fatto incontrovertibile, come lo è la nostra disponibilità ad esaminare ipotesi che risolvano il problema. Infatti abbiamo chiesto, banalmente, non di rivoluzionare la sanità cosentina, non di assumere frotte o legioni di medici, infermieri, OSS e personale sanitario vario, ma di provvedere, nelle more dell’espletamento delle procedure necessarie ed insufficienti, a spostare personale da reparti che, causa COVID soprattutto (ma non solo), siano meno oberati di lavoro, soprattutto da quelli nei quali l’attività è ridottissima fino a sfiorare lo zero assoluto. Sarà un nostro limite ma ci chiediamo perché una soluzione che può essere trovata con un semplicissimo ordine di servizio non sia mai stata adottata e perché si continui a depredare il Pronto Soccorso di personale, nonostante l’acclarata e preoccupante carenza. Non ci spieghiamo perché non si metta in sicurezza il Pronto Soccorso (abbiamo inviato una dettagliata relazione con alcuna questioni sottolineate), non ci spieghiamo cosa osti allo spostamento del triage da un luogo sostanzialmente clandestino alla postazione che abbiamo indicato e che risulterebbe ideale in quanto perfettamente funzionale.

 

Infine, Sig. Commissario, Le vogliamo trasmettere la nostra preoccupazione per le violazioni di alcune condizioni minime contrattuali, dalle condizioni di sicurezza del personale sia strutturale (aperture multiple ed ingiustificate, oltre che pericolose, per l’accesso e l’uscita dal P.S.) alla indennità COVID non ancora assegnata a quel personale. Vede, Sig. Commissario, la Calabria paga una tassa di 300/350 milioni di euro all’anno a causa della migrazione sanitaria. Contemporaneamente ha strutture fatiscenti e desolanti, in eterna attesa di realizzazioni decise da decenni e per le quali esistevano finanziamenti appositi, manca di circa il 40% del personale.

 

Questa situazione non si smuove da un decennio abbondante, nonostante le gestioni commissariali e la designazione di persone spesso degnissime alla carica che Lei ricopre oggi. Speriamo di invertire questa tendenza che non è determinata da un fato avverso, ma da incapacità, sottovalutazioni o, peggio, da scelte penalizzanti per la Calabria e le sue genti. Noi siamo certi che Lei tenterà di invertire la situazione e ci dichiariamo disponibili al massimo di collaborazione nella direzione di una riqualificazione radicale della sanità calabrese e della soluzione dei mille problemi, a partire da quelli facilmente e rapidamente risolvibili che abbiamo indicato sinteticamente ed a guisa di esempio.

 

Distinti saluti.