Gio. Ago 8th, 2024

Nella seduta di mercoledì 7 agosto, il Consiglio comunale di San Giovanni in Fiore ha approvato le osservazioni definitive al Piano strutturale comunale. È dunque compiuto l’ultimo passaggio prima dell’imprimatur della Regione Calabria, con cui il Comune – come ha precisato il coordinatore dello stesso Piano, il professore ordinario Giuseppe De Luca, direttore del dipartimento di Urbanistica dell’Università di Firenze – avrà di conseguenza un confronto tecnico e politico per il varo di questo strumento urbanistico. La sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro – che nel proprio intervento ha ringraziato la sua giunta e il Consiglio comunale, il coordinatore De Luca, i tecnici coinvolti e i dirigenti del municipio – ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto. «Passeremo, passerete tutti quanti alla storia – ha affermato la sindaca – per questo. Un Piano c’è da dire, lo diceva il professore De Luca, che era del 1999 nell’ultima versione e che aveva comunque ad oggi creato anche danni all’economia delle case dei sangiovannesi, visto il valore catastale irrisorio rispetto ai costi di costruzione realmente sostenuti dai nostri emigrati. Era necessario, anzi fondamentale, che si rimettesse mano al Piano». «La politica – ha aggiunto Succurro – determina anche processi economici, sociali e culturali dei luoghi. Noi oggi, con questo documento, lo stiamo facendo. L’approvazione del Piano ridisegna San Giovanni in Fiore, la San Giovanni in Fiore del futuro, senza colate di cemento ma in armonia con il contesto silano in cui si immerge, quello di cui ha parlato proprio il professore De Luca con riferimento alla Sila badiale, di cui siamo orgogliosi abitanti. È un Piano – ha rimarcato la sindaca – partito dal basso incontrando i tecnici, i cittadini semplici, le scuole, sì anche le scuole, che hanno dato un grosso contributo». Nell’aula consiliare, De Luca ha illustrato la struttura del Piano e ha evidenziato il successo del relativo iter in virtù del livello di partecipazione dei cittadini, con 166 osservazioni approvate in toto, che – ha specificato lo stesso urbanista – rappresentano «quasi il 74 per cento di quelle arrivate».

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Signor Presidente del Consiglio, Signora Sindaca, gentili consiglieri, signora Segretaria, grazie per Avermi invitato, per me è un grande onore parlare in Aula Consiliare: il luogo della massima espressione della Comunità e il luogo dove si preserva l’interesse collettivo e il bene comune.

Lo strumento urbanistico che voi discuterete oggi, insieme al Bilancio annuale, è il più importante atto politico e pubblico di una Amministrazione, perché non solo definisce le regole della convivialità collettiva e il senso di appartenenza futura, quanto perché tratta il bene più notevole ed unico in mano alla pubblica amministrazione: il territorio, un bene molto scarso e finito.

Ecco il PSC e annesso REU parte proprio da questo assunto di scarsità e aderendo alle indicazioni della maggior parte degli scienziati ambientali e degli economisti dello sviluppo mondiali fa della tutela e valorizzazione del suolo e del territorio il suo principale obiettivo da perseguire. Lo fa con un approccio legato al concetto di SOBRIETA’ e quello della CONSERVAZIONE ATTIVA.

Sono gli articoli 1 E 2 Il cuore del piano e quelli che hanno guidato il lavoro. Articoli discussi e approvati all’unanimità in altri Consigli Comunali che vi hanno preceduto e che sono stati riconosciuti validi dalle amministrazioni di controllo, come la Regione, dagli enti funzionali, come l’Ente Parco e la Sovrintendenza, e dalle agenzie che definiscono politiche settoriali.

Il PSC ha una aspirazione: quella di far tornare ad essere il Comune, i servizi pubblici e privati, qui localizzati, e il commercio come centrali rispetto ad un bacino territoriale che travalica i confini comunali. Una azione amministrativa, che mi sembra che questa Giunta stia già seguendo di: “doppio uncino”: rimanere agganciati alla città e all’hinterland della conoscenza e della innovazione, rappresentato da Cosenza e all’area cosentina; e al contempo valorizzare, e portare a sistema, il tradizionale ambito territoriale degli interessi economico-agrari locali, rappresentato dai territori dei Comuni dell’Alto crotonese, della città di Crotone e dei Comuni costieri Jonici.

Il doppio uncino è tenuto insieme da una politica sobria di tracciare un nuovo futuro speranza per un territorio più vivibile, proiettato nella contemporaneità e nelle indicazioni che vengono dalla nuova stagione della programmazione europea e nazionale.

Le norme del REU sono una sorta di manuale per la gestione del territorio urbano e rurale, per l’attività dei professionisti e per la cittadinanza, specialmente quella più attiva nella partecipazione e nella discussione sul presente e sul futuro.

Il TITOLO II, che raccoglie gli articoli che vanno dal 6 al 20, ha questo ruolo di educazione al potere di controllo, trasformazione e gestione della cosa pubblica; mentre quelli del TITOLO III, che raccoglie gli articoli che vanno dal 21 al 28, hanno un ruolo tecnico e linguistico insieme, cioè  armonizzare ed esplicitare il significato degli interventi possibili.

Seguono poi le norme collegate ai principi dei rischi per il governo del territorio comunale (TITOLO IV), che raccoglie gli articoli dal 29 al 41: geologici e geomorfologici; sismici; idraulici; inquinamento delle acque sotterranee; ecosistemici e delle risorse naturali; energetici. Ma anche collegate alle nuove modalità di controllo e gestione condivisa della risorsa territorio: Attività di valutazione e monitoraggio; Urban center; accessibilità universale per tutti: dai bambini agli anziani, ai diversamente abili.

Su questo le prospettive di finanziamenti di scopo sono numerosi, ma mai intercettati in assenza di piani locali generali di riferimento cui fare appello. Ora il piano c’è.

Tutela e valorizzazione per uno sviluppo consapevole e duraturo, cioè i progetti nell’ambito della cosiddetta SILA BADIALE, è il faro degli articoli successivi: quello racchiusi nel TITOLO V (territorio rurale), che raccoglie gli articoli dal 42 al 50; e nel TITOLO VI (territorio urbano), che raccoglie gli articoli dal 51 al 71, che sono il vero corpo della parte urbanistica riferita al costruito.

Chiudono la normativa il TITOLO VII (norme di gestione), che raccoglie gli articoli dal 72 all’80, e che si riferisce dettagliatamente alla cosiddetta “città pubblica”, cioè sia i beni identitari e testimoniali esistenti nel territorio comunale, che le dotazioni territoriali, ma anche al recupero di spazi edilizi esistenti per non consumare nuovo suolo, come i piani seminterrati, i piani terra e i sottotetti, e il TITOLO VIII (norme finali), che raccoglie gli articoli dall’81 all’86, chiude la normativa complessiva e tratta i temi delle perimetrazioni storiche, delle tolleranze a deroghe e delle salvaguardie.

Questo il corpus sintetico della normativa, cui è collegata la cartografia distinta in 5 blocchi tematici: 1) il Quadro conoscitivo; 2) gli studi specialistici; 3) il documento preliminare; 4) la valutazione ambientale strategica; 5) il documento definitivo. Per un totale di 37 tavole tematiche.

A tutto questo sono collegati anche due allegati: la perimetrazione del centro abitato al 1942 e al 1967, che rappresentano due date fondamentali nella storia urbanistica dell’Italia e alle sono collegate discipline diverse, ancora oggi in vigore; e, soprattutto, gli esempi progettuali, cioè gli ABACHI di rigenerazione di 11 aree nei territori urbani.

Tutto questo materiale costituisce il PSC e annesso REU. La connessione determina quello che in genere si chiama l’apparato VERBO-DISEGNATO, cioè l’unitarietà tra la Disciplina del Piano, quindi le norme, e la parte cartografica.

I passaggi istituzionali previsti dalla legge nazionale e da quella regionale sono stati tutti rispettati. Indico in questa sede i più rilevanti:

  • il Documento Preliminare, ai sensi dell’art. 27 della Legge Urbanistica Regionale n.19/2002 e ss.mm.ii., è stato adottato all’unanimità da parte del Consiglio Comunale il 20 aprile 2016 deliberazione n. 5
  • la Conferenza di Pianificazione per la raccolta dei contributi istituzionali previsti dalle leggi in materia è stata regolarmente aperta il 27 maggio 2016 e regolarmente chiusa, dopo aver ricevuto i relativi pareri il 18 aprile 2019
  • dopo aver riportato i contributi e pareri istituzionali è stato predisposto il documento definitivo, inviato alla Regione Calabria e ottenuto il via libera, specialmente per l’obbligatorio parere di Compatibilità geomorfologica, il PSC e annesso REU è stato ADOTTATO all’unanimità adottato con DCC n. 54 del 20.12.2022
  • che sono state raccolte, tra febbraio e maggio 2023, le OSSERVAZIONI da parte di cittadini, associazioni, enti, ecc. utilizzando anche un apposito GEOPORTALE che contiene tutte le norme e i materiali del Piano.
  • l’Ufficio Tecnico del Comune, insieme al Gruppo di lavoro, e alla Commissione Consiliare Territorio hanno esaminato e valutato le Controdeduzioni arrivate producendo un relativo rapporto che oggi è in Aula Consiliare per la definitiva approvazione.

Ricordo che le OSSERVAZIONI scritte sono dei contributi alla costruzione del piano da parte dei cittadini interessati ad aspetti molto puntuali. Per questo sono trattate molto nella giurisprudenza amministrativa. Riporto qui l’ultima Sentenza a mia conoscenza  (quella del Consiglio di Stato, Sez. VII n. 5589 del 24 giugno 2024) che dice: “Le osservazioni formulate dai proprietari interessati al Piano costituiscono un mero apporto collaborativo alla formazione degli strumenti urbanistici e non danno luogo a peculiari aspettative; pertanto, il loro rigetto non richiede una dettagliata motivazione, essendo sufficiente che siano state esaminate e ritenute, in modo serio e ragionevole, in contrasto con gli interessi e le considerazioni generali poste a base della formazione del piano regolatore generale; d’altra parte le scelte effettuate dall’Amministrazione pubblica”.

Le Osservazioni arrivate sono state nel complesso 244, cui se ne aggiungono altre 7 arrivate fuori tempo massimo.

Di queste Osservazioni, dopo l’esame, si propone che:

  • 130, pari al 51,34% di tutte, VENGANO APPROVATE, perché pertinenti e migliorative del PSC e REU
  • 33, pari al 13,1%, VENGANO APPROVATE PARZIALMENTE, perché solo in parte contribuiscono a migliorare il piano e solo in parte si riferiscono ad esso
  • 59, pari al 23,4% VENGANO RESPINTE, perché in palese contrasto con il PSC o addirittura con esso non hanno nulla a che fare
  • Infine sono pervenute 30 osservazioni, pari all’11,9%, o sbagliate o doppie, che si propone di non considerare per nulla.

Se si escludono queste 30, le Osservazioni che si propone di approvare in toto o in parte (130+33) rappresentano quasi il 74% di quelle arrivate. Una percentuale davvero notevole.

A questo primo blocco di Osservazioni se ne aggiungono altre due. Si chiamano d’UFFICIO perché solo l’Ufficio Tecnico li può proporre:

  • la prima è un elenco di banali errori di ortografia, sviste, o incongruenze generate dal “taglia e cuci” nelle varie parti dei documenti. La proposta è quella di approvarle in blocco, così come sono riportate nella cartella
  • la seconda invece è più importante ed è una serie di piccoli miglioramenti della normativa (per l’esattezza 4) del PSC, commisurati alle caratteristiche e alla storia locale, che in deroga alla normativa di settore possano:
    • contribuire alla riduzione ulteriore del consumo di suolo (tengo a precisare che il Piano permette il recupero insediativo dei sottotetti, art. 74) permette, al di fuori dell’ambito del Centro storico (regolato da apposite norme nazionali e regionali), interventi di ristrutturazione edilizia in ampliamento nei limiti del 50% delle superfici utili accessorie o in alternativa di 200 mc.
    • Permettere la formazione di parchi agricoli periurbani all’interno del Progetto Città/Campagna
    • la riscoperta del sistema insediativo di Baracche di legno rivalutando la misura badiale fondativa del centro abitato, i cosiddetti “30 palmi”, che corrisponde agli attuali 49 mq di superficie lorda
    • miglioramenti alla norma sulle zone a Pianificazione differita.

Questo è in sintesi il PSC e annesso REU e le parti che discuteremo oggi.

Vi ringrazio dell’attenzione.

rticoli dal 42 alconsiderato come un paesaggio ecosistemico e il TITOLO VI (territorio urbano). Questi due titoli devono essere letti in maniera integrata e interconnessa e hanno un ruolo compensativo dove nel primo emerge la possibilità di ridare senso ad un presidio umano recuperando l’idea delle “Baracche”. Modalità di abitare il territorio rurale in sobrietà, mantenendo le caratteristiche storiche e paesaggistiche originarie. Mentre nel secondo sono le aree strategiche e le politiche di riordino che costituiscono la nuova modalità di azione per operazioni minute di riordino, ridefinizione e ricostruzione di un nuovo centro abitato.

Chiudono i Titoli VII

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