Mer. Nov 20th, 2024

L’allarme lo lancia la Cgil, se non dovessero cambiare le condizioni il presidio dei vigili del fuoco di stanza alla tendopoli di San Ferdinando,  a partire dal 1 febbraio, non ci sarà più. E le motivazioni fa sapere Francesco Callea della Flai-Cgil sono solo di ordine economico. Il presidio fisso era stato istituito nel gennaio 2018 con la dislocazione di una squadra composta da 6 elementi che hanno garantito 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, la sicurezza dei migranti e degli addetti ai lavori. L’ultimo intervento, è avvenuto nella notte di San Silvestro, che ha visto la distruzione, causate da un incendio, di almeno una decina di baracche. Ma l’intervento immediato dei pompieri ha consentito di circoscrivere il fuoco ed evitare così che anche questa volta ci “scappasse” il morto.

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Ricordiamo che nella baraccopoli si sono verificate già due morti di migranti provocati da incendi:  Becky Moses nel gennaio del 2018 e Suruwa Jaiteh lo scosro novembre. Tale presidio è stato sinora realizzato con il carattere della volontarietà della partecipazione del personale del Comando di Reggio Calabria e con il pagamento per straordinario da parte del Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Adesso tutto questo non può essere mantenuto.

Con una nota ufficiale del responsabile del Corpo si è stabilito che non è più possibile mantenere il presidio in oggetto a carico esclusivamente del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, visto l’indisponibilità delle risorse, “e viene data delega al Direttore Regionale – fa sapere il sindacalista della Cgil – di assumere tutte le iniziative utili ad una definizione positiva.  Al momento non vi è alcun accordo istituzionale per la risoluzione della problematica che consenta il mantenimento del presidio”. Nelle scorse settimane, alla presenza delle organizzazioni sindacali, tramite l’opera di mediazione della Prefettura di Reggio Calabria, si è cercata una soluzione alla quale ad oggi nulla si è concretizzato per mantenere il presidio.

Lo stesso Congresso nazionale della CGIL, appena svolto che ha visto l’elezione di Maurizio Landini, come segretario generale della Cgil,  si è pronunciato sulle morti nelle baraccopoli di San Ferdinando dove è in atto, secondo il sindacato,  una “violazione dei diritti umani” di cui le istituzioni nazionali e regionali “dovranno dare conto” davanti alla Corte europea dei diritti umani a Strasburgo. Per tali motivazioni la CGIL Reggio Calabria chiede a voce alta che sia garantita presso la “baraccopoli” di San Ferdinando la presenza del presidio dei vigili del fuoco, “professionisti del soccorso”, “demandando – spiegano dal sindacato -a chi di competenza il reperimento delle risorse necessarie in tempi celeri, al fine di scongiurare l’interruzione del servizio”. E aggiungiamo, noi, di vitale importanza viste le condizioni di estremo degrado in cui vivono i migranti della tendopoli e, soprattutto, per evitare nuove tragedie da copione.

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