Mer. Lug 17th, 2024

«È la mia seconda casa, porterò sempre questi colori nel cuore»

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Ha deciso di lasciare il calcio giocato dopo 25 anni di carriera. Angelo Genova, 44 anni, bovese, difensore e bandiera del Brancaleone Calcio, ha appeso le scarpe al chiodo, ma molto probabilmente resterà nell’ambiente come allenatore. Dopo 25 anni si conclude la carriera calcistica di un difensore poliedrico dai piedi buoni, iniziata, da ragazzino proprio a Bova Marina, ma che lo ha visto emergere e farsi conoscere per la sua classe ed eleganza nel panorama sportivo regionale, tra le fila del Brancaleone calcio (in Prima categoria, Promozione ed Eccellenza.

«Le vittorie, le sconfitte le promozioni passano in secondo piano – ha detto Angelo Genova – quando vivi ciò che ho vissuto e dato ininterrottamente in tutti questi anni. Ho sudato per la maglia del Brancaleone, l’ho difesa e protetta da tackle e scivolate dentro e fuori dal campo, rispettata in ogni momento, non per soldi, non per gloria, ma per attaccamento e riconoscimento. Oggi con gli occhi commossi vi ringrazio tutti, vi porterò sempre nel mio cuore, farete parte di quei ricordi indelebili che nessuno mai potrà cancellare. Enzo Galletta ( compianto presidente del Brancaleone) per me come un padre, sarai sempre il punto di partenza , Lillo Toscano e Cecè Milano, grazie per avermi preso per mano ragazzino, nel lontano 1993, e deposto in me le vostre aspettative e la vostra fiducia».

«Un grazie a tutti i compagni di squadra, gli allenatori, i dirigenti – prosegue Genova – che mi hanno affiancato; un grazie alla mia famiglia, che mi è sempre stata accanto e sostenuto; un grazie ai tifosi e ai cittadini di Brancaleone, che per 25 anni mi hanno fatto sentire a casa: essere stato capitano di questi colori, per così tanto tempo, mi riempie di orgoglio. Non so ancora cosa farò domani, forse giocherò ancora (nonostante l’età mi sento bene) – conclude – forse allenerò sin da subito, o tra un anno. Di certo so che questo è il mio mondo, e Brancaleone resterà sempre la mia seconda casa».

DOMENICO PANGALLO (Gazzetta del Sud)

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