Mer. Ago 7th, 2024

Il ministro dell’Interno a Pesaro dopo l’omicidio di Natale. «La ‘ndrangheta è un problema europeo». Morra convoca la Commissione antimafia per sentire il sottosegretario Gaetti e il responsabile del Servizio di protezione. «Ci sono domande che attendono risposte»

Continua dopo la pubblicità...


CAMPAGNA-ANTINCENDIO-2024_6x3mt-4_page-0001
futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

La ‘ndrangheta «non è problema calabrese ma europeo, visto che ci sono infiltrazioni in diversi Paesi europei. E con altre polizie europee stiamo tentando di confiscare beni per mezza Europa». Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini a Pesaro, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla circostanza che l’ordine per l’agguato costato la vita nella città marchigiana al fratello di un collaboratore di giustizia sarebbe arrivato dalla Calabria. «Che la ‘ndrangheta sia il consorzio criminale più pericoloso in Italia e all’estero è evidente – ha detto il ministro – stiamo lavorando con i colleghi austriaci, tedeschi e francesi; che sia l’associazione criminale ancora più resistente e ad alto tasso d’infiltrazione è chiaro. Alla ‘ndrangheta e agli ‘ndranghetisti ci stiamo dedicando con assoluta, totale e completa attenzione».
Salvini ha fatto riferimento alle falle nel programma di protezione: «Vediamo che cosa non ha funzionato, però sono qui a testimoniare che le Marche e i marchigiani sono più forti di qualsiasi infiltrazione criminale. Stiamo attenti, staremo attenti, stiamo sequestrando e confiscando beni ai mafiosi, però sono orgoglioso dei lavoro che le forze dell’ordine stanno facendo in questa splendida regione che non merita di essere accostata a certi fenomeni». Poi ha spiegato che il tipo di protezione dei collaboratori di giustizia e dei familiari non è il ministro che lo decide per «simpatia o antipatia, sono valutazioni tecniche di altissimo livello di polizia, carabinieri, magistrati che decidono chi è a rischio e chi non è più a rischio». «Sono situazioni – ha osservato – che prescindono dalla politica. Il mio dovere è mettere a disposizione soldi per assumere più poliziotti, vigili del fuoco e carabinieri e questo c’è. Come proteggere i testimoni, ci sono persone molto migliori di me che lo sanno fare. Si può fare sempre di più e sempre meglio – ha aggiunto -, in questo caso lo stesso protetto aveva chiesto di non essere più protetto, evidentemente era lui il primo a sentirsi fuori pericolo».
Il ministro ha parlato di «migliorare un sistema di sicurezza che è assolutamente eccellente, fortunatamente ci sono tutti i dati della criminalità in diminuzione, grazie all’enorme lavoro di tutte le forze dell’ordine, polizia, guardia di finanza carabinieri. Cercheremo di essere ancora più attenti…».

MORRA CONVOCA LA COMMISSIONE ANTIMAFIA «L’omicidio avvenuto a Pesaro di Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia e pertanto sottoposto a protezione, è stato un evento grave e inquietante. Ho deciso di convocare in commissione Antimafia, per i primi giorni di gennaio, il sottosegretario Luigi Gaetti e il generale Paolo Aceto del Servizio Centrale di Protezione affinché possano aiutare a chiarire i punti oscuri di questa vicenda. Una vicenda, come ha anche sottolineato il procuratore Cafiero de Raho, che dimostra che non è stato fatto il necessario per proteggere un collaboratore e i suoi familiari». Lo afferma Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia.
«La Procura di Pesaro, la Dda di Ancona in collaborazione con quella di Reggio Calabria e le forze dell’ordine – conclude Morra – stanno lavorando a ritmo serrato per dare le dovute e necessarie risposte, oltre che per individuare gli assassini. Nel rispetto di questo lavoro credo che sia doveroso attendere gli sviluppi e che in commissione possano essere poste le domande che attendono risposta».

Print Friendly, PDF & Email