Gio. Nov 21st, 2024

Lit. Martedì – II TQ B

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Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,1-12

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Parola del Signore

Il commento al Vangelo di oggi, a cura di monsignor Piero Romeo, vicario generale della diocesi di Locri Gerace:

La lezione della Pasqua che tutti siamo chiamati ad apprendere ci fa comprendere che salire è scendere. Così pure siamo chiamati a comprendere e ad assumere il fatto che le vere salite della nostra vita sono quelle che passano per i punti più bassi della nostra vita e delle nostre relazioni dove veniamo purificati da tutto ciò che si oppone alla logica del Vangelo. Quella logica che la madre dei figli di Zebedeo fa fatica ad accogliere, specialmente per quanto riguarda il destino dei propri figli: «Dì che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno» (Mt 20,21). Il Signore Gesù non si scandalizza e non reagisce in modo perentorio: accoglie e porta oltre, verso la verità non di una situazione di privilegio, ma di una relazione che converte. Il primo passo di questa conversione è accettare il proprio grado di ignoranza: «voi non sapete quello che chiedete» (Mt 20,22). È assolutamente rispettabile il desiderio di collaborare attivamente e il più vicino possibile all’instaurazione del Regno, ma ciò che è da rettificare è il modo attraverso cui ci si può ritrovare «alla tua destra e alla tua sinistra» (20,21). Forse mai e poi mai la madre dei figli di Zebedeo avrebbe potuto immaginare che questo posto lo avrebbero occupato ben presto non i suoi figli né nessuno dei discepoli, bensì quei due malfattori che sarebbero stati crocifissi con il Signore «uno a destra e uno a sinistra» (Mt 27,38). Se avesse potuto immaginare una situazione del genere, forse non avrebbe osato chiedere una cosa simile. Eppure queste sono le salite che ci portano più vicini al cuore di Cristo Signore, al cuore sofferente dell’umanità.