Mar. Lug 16th, 2024

Riportiamo integralmente una riflessione dello scrittore e poeta cauloniese, dr. Giovanni Di Landro:

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S. S. 106: si parla… tanto per parlare!?

Il titolo di questa mia riflessione la dice lunga.

Non avrei voluto scrivere questa mia riflessione oggi, per tanti motivi; sia perché non avrei voluto ancora sentir parlare di morti sulle strade, sia perché non avrei voluto ancora sentir parlare di una strada che, costruita ormai quasi 100 anni fa, ha ancora molti tratti che risalgono quasi alla data della sua costruzione, sia, ultimo ma non ultimo, perché credo che sia inutile parlare e scrivere immantinente solo ogni qual volta si verifica una strage, mentre se non si verifica una strage tutto resta nell’oblio.

Il mio pensiero in questo momento va sicuramente alle famiglie delle vittime dell’ultimo dei tantissimi incidenti che ormai da decenni si verificano sulla Strada Statale 106 jonica, verificatosi pochi giorni fa su questa strada all’altezza di Montepaone; ma quante famiglie hanno pianto morti negli anni su questa strada!? E ne dovremo piangere ancora!?

Sappiamo tutti che cos’è la Strada Statale 106 jonica, non starò qui a scrivere della sua storia e delle sue condizioni, anche perché, a quanto pare, ciò non interessa a molti e soprattutto pare non interessare a chi dovrebbe (il condizionale è veramente d’obbligo!) fare qualcosa di concreto per renderla una strada decente. Io voglio però parlare di chi si sveglia sempre e solo quando avviene la morte di qualcuno, quando invece avrebbe potuto farlo prima e, magari, forse, avrebbe potuto ottenere qualcosa!

Muore qualcuno su questa strada e, guarda caso, subito arrivano promesse di fondi immediati per ammodernarla e renderla più sicura! Bene: vogliamo crederci! Vogliamo ancora crederci!

In tempi non sospetti (o quasi!), io, nel mio piccolo, 11 anni fa organizzai a Siderno una serata sul tema della strada statale 106, all’interno della quale venne presentato il libro-inchiesta dell’ingegner Fabio Pugliese, un interessantissimo libro che racconta nei minimi dettagli tutta la storia di questa famigerata strada. Fabio Pugliese diventerà poi, grazie al suo attivismo, presidente dell’associazione “Basta vittime sulla S. S. 106”.

In realtà i tempi già allora, purtroppo, “erano sospetti”!

A questa serata riuscii a dare molta eco: riuscii ad invitare personalità di spicco del nostro territorio che in merito al tema potevano dire tanto e potevano cercare di scuotere le coscienze di chi può e deve fare qualcosa; alcuni oggi non ci sono più, come il compianto prof. Filippo Todaro o Monsignor Cornelio Femia e mi piace ricordarli per i loro interventi molto interessanti e centrati sull’argomento, ma a quella serata intervennero come relatori anche il dr. Mario Diano ed il prof. Ilario Ammendolia, nonché io stesso e l’ingegner Fabio Pugliese, riuscimmo ad avere grande risonanza anche dall’emittente televisiva “Telemia” che fu molto sensibile all’argomento in particolare nella persona del professor Giovanni Pittari con il quale riuscimmo ad organizzare un’intervista che venne trasmessa in TV.

Bene: cosa è cambiato da allora!? Poco!

Io proprio quella sera mi ricordo che nel mio intervento dissi una cosa un po’ strana ma molto significativa, e cioè che nonostante la mia giovane età, mi stavo già stancando di una situazione politica e sociale piatta, ferma, che non produceva nulla!

Qualcosa è sicuramente cambiato da allora, ma questo qualcosa non basta! E non basta perché purtroppo in Calabria ormai c’è l’abitudine di lasciare le cose a metà, di dare i “contentini”, di “fare le passerelle” per 25 chilometri di strada ammodernata (magari dopo decenni di lavori interminabili!), quando altre centinaia di chilometri ancora rimangono in condizioni fatiscenti, perché purtroppo ormai ci hanno abituati ad adattarci a tutto (come dissi anche quella sera di 11 anni fa!), anche alla mediocrità, anche alla continua emergenza.

Una domanda mi sorge spontanea: come mai i tratti di questa strada che attraversano la Puglia e la Basilicata sono completamente ammodernati ed a quattro corsie!? E come mai nei tratti ammodernati, secondo le statistiche, si verificano meno incidenti e, comunque, laddove si verificano, raramente questi sono mortali!? Sono tratti più brevi, certo, ma a maggior ragione si dovrebbe prima sistemare per bene il tratto più lungo e corposo e poi quelli più corti.

È vero, purtroppo è vero, bisogna dirlo: talvolta gli automobilisti ci mettono anche del proprio non comportandosi correttamente e non rispettando le più basilari regole del codice stradale e del buonsenso, però questo non può e non deve essere un alibi! Non possiamo ogni volta cercare una scusante per giustificare le grosse mancanze di chi ha il dovere di fare e non fa!

C’è stato qualche importante politico in passato che si è lamentato dell’arretratezza della Calabria, ha parlato della Calabria come di un peso che l’Italia si porta avanti, ma io penso che invece si sarebbe dovuto vergognare di sé stesso per non essere riuscito a portare la Calabria ad un livello di sviluppo pari a quello delle altre regioni d’Italia. Per anni molti politici hanno saputo solo lamentarsi senza riuscire a fare nulla di concreto e, spesso, avevano poi anche il coraggio di parlare ogni qual volta accadevano eventi tragici come quello accaduto pochi giorni fa, non comprendendo che, in parte, ne erano complici anche loro.

Io però, dopo questo mio amaro sfogo, voglio avere ancora fiducia! Saranno gli anni che passano che, piuttosto che farmi scoraggiare, mi fanno invece un poco orientare verso una speranza di cambiamento.

La Calabria, terra carica di storia e di sentimenti, terra fatta di “eroi”, di “eroi” che rimangono e che soffrono cercando di costruirsi un futuro per sé e per i propri figli qui e di altri, comunque “eroi”, che invece devono lasciarla, spesso a malincuore, pur rimanendo sempre attaccati profondamente a questa terra. Questa terra ha bisogno di atti concreti, ha bisogno di rispetto, di serietà, di avere ciò di cui ha bisogno e di non essere trattata sempre come “l’ultima della classe” a prescindere.

Bene, dopo questo tragico evento avvenuto di recente su questa strada io non avrei voluto scrivere nulla, e probabilmente ho sbagliato a non assecondare questo mio volere; ma ora che ho scritto spero che queste mie umili parole possano servire a spronare chi di dovere a lavorare concretamente per completare l’ammodernamento di questa strada, perché non si può continuare a vivere per sempre di parole e di promesse, ma spero (e questo forse è un sogno!) che finalmente la Calabria possa avere la giusta dignità e la giusta considerazione da parte di una politica che non solo non ha contribuito allo sviluppo di questa regione, ma che è stata invece forse dolosamente complice del suo mancato sviluppo.

Giovanni Di Landro

Di Landro nel convegno sulla S. S. 106 del marzo 2013

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