Gio. Ago 15th, 2024

I finanzieri di Lamezia Terme, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito otto misure cautelari ad altrettante persone, indagate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata ai furti ed alla ricettazione. Tra questi un dipendente – ora in pensione – di una società in house di un ente pubblico. Durante le indagini – riferisce una nota – svolte tra novembre 2021 e gennaio 2022, è stato pedinato un dipendente della società partecipata, scoprendo come lo stesso recapitasse delle taniche di gasolio a due coniugi che gestiscono un distributore di carburanti nella zona sud della città lametina.

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Dopo alcuni approfondimenti investigativi, gli inquirenti hanno scoperto che il dipendente rubava il carburante destinato ai mezzi della società per la quale lavorava, e li dava – in taniche da 25 litri cadauna – ai due gestori del distributore di carburante: questi ultimi, a loro volta, lo vendevano attraverso una rete di persone di loro fiducia, tutte denunciate dalla Guardia di Finanza per il reato di associazione per delinquere finalizzata ai furti ed alla ricettazione.

In ragione di ciò, il Tribunale di Lamezia Terme ha applicato la misura degli arresti domiciliari a carico del dipendente (ora in pensione) della società in house e dei due gestori del distributore, mentre ha applicato la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri cinque soggetti. Le indagini hanno consentito di quantificare gli ammanchi di gasolio in danno della società in house per 30mila e 725 litri complessivi. L’attività illecita è stata interrotta dalla Guardia di Finanza nel gennaio del 2022, con l’arresto del dipendente della società partecipata, sorpreso in flagranza di reato quando, dopo aver prelevato 150 litri di gasolio, lo ha portato in un garage nella disponibilità dei due concorrenti. Durante la perquisizione eseguita presso la sua abitazione, sono stati trovati altri 100 litri di gasolio contenuti in quattro taniche identiche alle precedenti, anche questi ritenute provenienti dai serbatoi della società per la quale l’indagato lavorava.

Il procedimento penale scaturito dall’arresto della summenzionata persona si è concluso con sentenza di condanna del predetto ad un anno e 4 mesi di reclusione, conclusione alla quale il Tribunale è giunto previa richiesta di patteggiamento da parte dell’imputato e la società interessata procedeva al licenziamento dello stesso.

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