Il progetto potrebbe costare 900 mila euro al Comune se il forno non sarà costruito; il dissenso dei residenti e delle opposizioni mette a rischio l’investimento da 5 milioni di euro.
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Il futuro del forno crematorio a Rosarno dipende dallo studio di impatto ambientale, che dovrà stabilire se l’impianto potrà essere realizzato senza compromettere la salute dei cittadini. Se l’opera non verrà realizzata, l’amministrazione guidata dal sindaco Pasquale Cutrì sarà costretta a risarcire la ditta Italgeco con circa 900 mila euro. Tuttavia, la posizione dell’amministrazione appare confusa: il sindaco ha dichiarato che se il forno non inquina, dovrà essere costruito per evitare il risarcimento, mentre il vicesindaco Teodoro De Maria ha garantito ai residenti del Bosco che l’impianto non sorgerà nella contrada.
La questione si complica ulteriormente poiché il forno crematorio dovrebbe essere costruito all’interno di un cimitero, il cui unico sito idoneo sarebbe quello del Bosco, visto che il cimitero di Rosarno è saturo e sottoposto a vincolo archeologico. Il progetto, dal valore di oltre 5 milioni di euro, rischia di essere messo a repentaglio a causa della forte opposizione dei residenti della frazione, sostenuti anche dai consiglieri di minoranza Filippo Italiano e Cosma Ferrarini. I consiglieri e la comunità temono che l’impianto possa aggravare la già critica situazione ambientale della zona, caratterizzata dalla presenza di altri impianti inquinanti nelle vicinanze.