I 36 alloggi popolari di contrada Serricella a Rosarno da poco ultimati, che la Regione Calabria ha voluto costruire per i migranti stagionali avevano creato un vespaio di polemiche dopo la proposta lanciata dal sindaco Giuseppe Idà: dare una parte di questi anche ai rosarnesi disagiati e senza casa. L’iniziativa del sindaco non era stata vista di buon occhio da una certa parte politica, dalla chiesa e da certa stampa tanto da conquistare le cronache sui quotidiani e le Tv nazionali. Ora pare che la proposta non era poi così strampalata e discriminante, come qualcuno l’aveva definita, perché anche dalla Flai-Cgil la soluzione viene vista di buon senso e vede positivamente la possibile convivenza tra rosarnesi e migranti nelle palazzine popolari.
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Un’integrazione benedetta dal sindacato di sinistra che però ha una discriminante: la tempistica. L’assegnazione in tempi brevi permetterebbe di risolvere in parte la questione della baraccopoli di San Ferdinando, il dibattito in queste settimane è aperto tra tutte le parti interessate, a cominciare dalle istituzioni, in primis la prefettura, per arrivare ad una rapida soluzione e quindi allo smantellamento definitivo della degradata tendopoli.
E proprio il prossimo 12 febbraio si terrà una riunione tra i comuni dell’area portuale, la prefettura di Reggio Calabria e la Regione a cui le case popolari appartengono. E dalle stanze comunali del primo cittadino rosarnese filtra ottimismo. Al tavolo di martedì prossimo l’amministrazione pensa di portare a casa un risultato. L’ostacolo da superare è proprio il vincolo per cui sono state finanziate e poi costruite le case popolari di via Serricella e via Maria Zita. Alloggi che dovrebbero ospitare gli stagionali africani ma a Rosarno si crede e si pensa che la partita sia ancora aperta.
Il binomio migranti, Rosarno è stato ed è potenzialmente esplosivo. Ricordiamo la rivolta di qualche anno fa. Una bomba sociale da disinnescare al più presto e arrivare ad una soluzione condivisa tra le parti che parla di integrazione fattiva tra italiani e immigrati intorno ad un vero problema complessivo per quella realtà: la carenza di abitazioni e di case sia per i rosarnesi che per i lavoratori extracomunitari. Una soluzione salomonica, quella voluta dal sindaco Idà, che se approvata e accettata rivelerebbe una saggezza ed un equilibrio di giudizio raggiunto da tutte le parti interessate.
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