Gio. Ago 8th, 2024

Intanto ha denunciato un’aggressione subita dalle guardie in carcere. 

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– Il boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito, 52 anni, arrestato a settembre del 2017 in Uruguay dopo 23 anni di latitanza, nei prossimi giorni potrebbe tornare libero. Il giudice uruguaiano, specializzato in criminalità organizzata, Dolores Sánchez, risolverà tra oggi e martedì, la libertà del 52enne originario di Africo, accusato in Italia di associazione mafiosa. Oggi Morabito è imprigionato nel carcere centrale di
Montevideo in attesa di estradizione in Italia. Nelle scorse settimane, l’avvocato di Morabito, Gabriela Gómez, ha presentato una richiesta di scarcerazione di Morabito, sostenendo che i 120 giorni che una persona poteva attendere per un’estradizione era scaduta. Questo è stabilito,
secondo il difensore di fiducia dell’uomo, dal nuovo codice di procedura penale.
Successivamente, il procuratore Luis Pacheco, ha confermato che nel caso in esame dovesse applicarsi il nuovo codice e ha aggiunto che, se il giudice Sanchez concederà la scarcerazione, dovrà essere imposta una serie di misure precauzionali per Morabito, chiusura delle frontiere,
conservazione dei documenti, divieto di avvicinarsi alle zone di confine e caviglia elettronica. Il giudice Sanchez ha 72 ore di tempo per decidere. I termini, quindi, scadranno domani. La questione è stata posta all’attenzione del ministero dell’Interno ed è seguita più da vicino dai funzionari dell’ambasciata italiana in Uruguay. Rocco Morabito, soprannominato “U Tamunga”, “El rey de la cocaina”, venne arrestato
il 2 settembre 2017 a Montevideo, in Uruguay.
L’uomo era nella lista dei latitanti più pericolosi d’Italia, stilata nell’ambito del Programma speciale di ricerca da parte del Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti più pericolosi (Giirl), e pubblicata dal Ministero dell’Interno nella quale sono inclusi i criminali considerati di estrema pericolosità dalle Forze di Polizia. Gli agenti della polizia uruguaiana lo hanno scovato in un noto albergo del centro.
Viveva come un nababbo nella località balneare di Punta del Este, nell’esclusivo quartiere di Beverly Hills, dove tutti lo conoscevano come un facoltoso imprenditore nel settore dell’import-export e nella coltivazione di soia. Era là da circa otto anni, dopo che si era trasferito dal Brasile.
Nella capitale del paese dell’America meridionale viveva sotto falso nome, Francisco Antonio Capeletto Souza, una falsa identità brasiliana, che gli aveva permesso di ottenere una carta d’identità uruguayana.
In possesso del calabrese sono stati trovati documenti d’identità falsificati, armi e molto denaro liquido. Morabito è ritenuto elemento di vertice della omonima articolazione territoriale della ‘ndrangheta operante prevalentemente nell’arca jonica reggina e con ramificazioni in
ambito nazionale ed internazionale.
Lo stesso è destinatario, peraltro, anche di un ordine di carcerazione emesso nel 2008 dalla Procura Generale della Repubblica
di Reggio Calabria, poiché condannato alla pena della reclusione di 30 anni per i reati di associazione di tipo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Nelle settimane scorse Morabito ha presentato una denuncia contro un funzionario del carcere dove si trova ristretto. Il boss, tramite il suo legale, ha denunciato di essere stato picchiato e ferito mentre cenava con altri detenuti, dopo avere assistito in tv ad una partita dei mondiali di calcio, riportando una costola rotta oltre a lesioni al collo e in altre parti del corpo.

FRANCESCO SORGIOVANNI

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