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La procura Regionale della Corte Dei Conti, esaminando la pratica relativa al conferimento con contratto a tempo determinato del responsabile dell’area di controllo del territorio (comandante dei vigili urbani) per gli anni dal 2011 al 2014, ha rilevato la sussistenza di illegittimità del procedimento e di concreti e plurimi elementi di responsabilità a carico del Sindaco Certomà Giuseppe, oltre che della giunta e del segretario comunale dell’epoca.

Si ipotizza la causazione di un

DANNO ALL’ERARIO

Secondo la procura della Corte dei Conti: “Il danno è quantificabile nell’importo di euro 43.423,98…….” e “Di tale danno devono essere chiamati a rispondere il sindaco, i componenti della giunta e il segretario comunale, ciascuno dei quali nell’esercizio delle rispettive funzioni ha dato in violazione dei rispettivi obblighi di servizio, un apporto causale alla sua produzione. Non vi è dubbio che il sindaco abbia svolto un ruolo determinante nell’intera vicenda ponendo in essere una serie di comportamenti il cui comune denominatore, più che dalla cura degli interessi istituzionali, è rappresentato da una tenace volontà di affidare, a qualunque costo l’incarico di responsabile dell’area di controllo del territorio al” soggetto che ha poi ricoperto il posto.

“Addirittura il sindaco si è arrogato il potere di inserirsi nel procedimento con proprio decreto nel quale si attesta il “possesso dei requisiti e delle capacità professionali per essere individuato a ricoprire ai sensi e per gli effetti di cui all’art.100 del decreto legislativo n.267/200, il posto di responsabile dell’area controllo del territorio”, nonostante che a mente dell’art.75 del regolamento dovesse essere la giunta a conferire l’incarico. Sempre il sindaco con decreto n.1/2012 ha confermato ed attribuito le funzioni per l’intero anno senza una preventiva deliberazione della giunta, limitandosi nelle premesse del proprio atto a richiamare le delibere n.306 e n.382/2011 che riguardavano l’incarico per l’anno precedente.”

“Con attenzione all’elemento psicologico, risulta evidente la volontaria inosservanza da parte del sindaco della normativa vigente e un uso strumentale della funzione pubblica finalizzata al raggiungimento di uno scopo preciso : il conferimento dell’incarico a persona di propria fiducia priva dei requisiti necessari, oltretutto nella consapevolezza della impossibilità di realizzare il paventato risparmio collegato alla posizione di ausiliaria. ……..”

Sappiamo bene che un atto di contestazione non equivale ad una condanna; ma la gravità dei fatti contestati, dai quali appare emergere una gravissima responsabilità del Sindaco per le condotte tenute (fatti che, peraltro, appaiono fondati su prova documentale), è tale da indurci a ritenere che il Sindaco non possa più continuare ad esercitare la funzione con l’autorevolezza e il prestigio necessari.

Secondo la Costituzione della Repubblica: (art. 97) “ I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità  dell’amministrazione;  (art. 54)” i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Queste condizioni, alla luce delle contestazioni contenute nell’atto del Procuratore Regionale della Corte dei Conti, appaiono venute meno.

Considerata, inoltre, l’incapacità delle amministrazioni succedutasi negli ultimi dieci anni di dare risposte concrete ai problemi della Città ed in particolare: al piano strutturale comunale, la cui assenza ha bloccato e blocca lo sviluppo e l’economia del paese; all’acqua contaminata; alla intollerabile pressione fiscale cui sono sottoposti tutti i cittadini ed i commercianti, generata proprio dalle scelte inique fatte da queste amministrazioni;  ai gravi disagi sociali in cui versano le famiglie meno abbienti e quelle con soggetti disabili, non resta che chiedere le immediate ed irrevocabili dimissioni del sindaco Certomà.

Associazione ex Consiglieri Comunali

di Roccella Ionica

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