Lun. Ago 5th, 2024

C’è attesa per l’audizione dell’ex giudice della Corte di appello di Catanzaro Marco Petrini, citato come teste della Dda nel processo Rinascita Scott, che si sta celebrano nell’aula bunker di Lamezia Terme. Petrini, rispettivamente imputato e indagato in due filoni dell’inchiesta della distrettuale di Salerno, nome in codice Genesi, che svela un presunto sistema corruttivo tra toghe sporche, legali e professionisti, un “patto” finalizzato ad “aggiustare processi in cambio di soldi”. Domani, il giudice sarà sentito in udienza e tra gli argomenti oggetto dell’esame della Dda, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri anche i due verbali di interrogatorio resi dal magistrato il 5 e il 25 febbraio 2020 davanti ai magistrati campani, dove parla del noto avvocato penalista Giancarlo Pittelli, ora sospeso dall’Ordine, ex senatore di Forza Italia, imputato chiave nel processo Rinascita Scott.

Continua dopo la pubblicità...


CAMPAGNA-ANTINCENDIO-2024_6x3mt-4_page-0001
futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

“L’omicidio Gentile e le promesse di Pittelli”

Il magistrato il 5 febbraio 2020, riferisce di conoscere il noto legale catanzarese, in quanto difensore di imputati in procedimenti da lui decisi come presidente del collegio di Corte di appello. Petrini confessa di aver ricevuto la promessa della dazione di una somma di denaro di 2.500 euro in cambio dell’esito favorevole di un processo a carico di un imputato da lui difeso, condannato in primo grado, collocando l’episodio in epoca successiva alla sua cessazione dalla carica parlamentare. “Dico ciò anche perchè durante il suo mandato parlamentare, l’avvocato Pittelli aveva di fatto smesso di esercitare la professione di avvocato e comunque non era più presente in udienza, come prima di diventare parlamentare. La proposta corruttiva fattami personalmente dall’avvocato Giancarlo Pittelli avvenne nei locali della Corte di appello” e risale al 2016, ammettendo di aver accettato la promessa di ricevere il danaro in cambio dell’assoluzione dell’imputato da lui assistito. “L’imputato venne assolto dalla Corte di assise di appello se ben ricordo”. Il magistrato non rammenta in quella sede il fatto omicidiario che vedeva coinvolto l’imputato difeso da Pittelli, ma sarà più chiaro nell’interrogatorio del 25 febbraio quando, dopo aver riferito di non aver ricevuto, nonostante l’esito favorevole, alcuna somma da Pittelli e dopo aver precisato di non aver avuto un buon rapporto con lui, parla del processo riguardante l’omicidio Gentile, ucciso nei pressi dei giardini di San Leonardo e che ha come imputato Nicholas Sia.

Il patto di 2.500 euro

I ricordi si fanno più nitidi ricordando che la Corte ridusse all’imputato la pena su sua proposta.  “Ribadisco che io ero relatore e la somma promessami da Pittelli non mi fu poi consegnata. Poi parla del procedimento di Rocco Delfino: “mi fu promesso denaro ugualmente da Pittelli, si trattava di un procedimento di prevenzione patrimoniale per il quale si chiedeva la revocazione di un provvedimento di confisca definitivo emesso dal Tribunale di Reggio Calabria . Ricordo che il processo fu trattato alla presenza dell’avvocato Pittelli e dello stesso Delfino, il giorno precedente l’arresto di entrambi da parte della Dda di Catanzaro il 19 dicembre dell’anno scorso. Per questa vicenda la decisione non è stata adottata per quel che mi risulta. La promessa della somma di denaro per revisionare il provvedimento di confisca patrimoniale di Delfino mi fu fatta da Pittelli nel novembre 2019 in Corte di appello. Ciò lo ricordo perché era in corso di trattazione il processo penale a carico di Nicholas Sia per il quale, come ho detto, ho accettato la promessa di 2.500 euro dallo stesso avvocato Pittelli”.Dichiarazioni quelle del magistrato che non hanno lasciato attendere la risposta del noto penalista che ha querelato Petrini, tramite i suoi avvocati Salvatore Staiano e Guido Contestabile per diffamazione.

La presunta corruzione tra Pittelli e Petrini

Per completezza di informazione, lo scorso mese di ottobre è stato notificato un avviso di conclusione indagini, con contestuale avviso di garanzia per corruzione in atti giudiziari aggravata dalle modalità mafiose nei confronti degli stessi Petrini e Pittelli. Secondo quanto si legge tra le carte del provvedimento, firmato dal procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale e dal sostituto procuratore Francesca Fittipaldi con la supervisione del procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli, l’avvocato Pittelli “nel quadro di un più ampio impegno allo sfruttamento delle proprie relazioni istituzionali per la risoluzione delle vicende giudiziarie coinvolgenti l’imprenditore Rocco Delfino e le società a questo riconducibili” avrebbe promesso al presidente della Corte d’Appello, sezione misure prevenzione, Marco Petrini, “una somma di denaro non precisata quale corrispettivo della revoca del provvedimento di confisca dei beni di Rocco Delfino, imprenditore legato alla cosca Molè-Piromalli”. Soldi che – secondo l’accusa – dovevano essere corrisposti all’esito della pronuncia ma che – in realtà – non furono mai consegnati per via dell’arresto – sostengono i magistrati salernitani nel capo di imputazione – dello stesso Pittelli nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro passata alla storia con il nome in codice di “Rinascita Scott” il cui maxi blitz è scattato il 19 dicembre del 2019, ovvero il giorno successivo all’ultima udienza di trattazione del procedimento penale nel quale doveva essere decisa la questione sulla confisca dei beni di Delfino

Print Friendly, PDF & Email