Mar. Lug 16th, 2024
Sui lavoratori pesano «incertezze e stress»

La situazione dei lavoratori di Locride Ambiente è tutt’altro che normalizzata e gli stipendi continuano ad essere elargiti con molto ritardo. Arriva, perciò, una nuova denuncia sindacale con la richiesta finanche delle dimissioni dei vertici aziendali. La nota è stata indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’Anac, alla Prefettura di Reggio Calabria, all’Ispettorato del lavoro, ai Comuni soci di Locride Ambiente, alla stazione dei Carabinieri di Siderno e al Comando della Guardia di Finaza.

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«Dopo anni di lotta a favore dei lavoratori siamo ancora qui a chiedere normalità» si legge come concetto di sintesi nella lunga lettera del sindacato Slai Cobas, a firma del coordinatore provinciale Nazzareno Piperno che evidenzia tra l’altro come «non si contano più comunicazioni e note sindacali inviate alla Prefettura e ai diversi Comuni ove Locride Ambiente opera, che certo occupano diversi faldoni, per segnalare criticità e disagi e per sollecitare interventi decisi e risolutori. delle Autorità».

Fatto presente che «a fronte di una così imponente mole di rivendicazioni e segnalazioni – che certo avrebbero dovuto far riflettere sui metodi e sul modus operandi della Locride Ambiente – non si è mai potuto registrare alcun intervento deciso e decisivo nei confronti di un’azienda che, giova ricordarlo, è per metà pubblica annoverando tra i suoi soci numerosi Comuni della zona ionica reggina». Fatto riferimento anche a qualche particolare situazione riguardante la presunta discriminazione di singoli lavoratori si parla poi di un contesto definito come «qualcosa di insostenibile, con le famiglie ormai allo stremo consapevoli che ogni mese che comincia dovranno affrontare un’altra battaglia per avere di che mettere in tavola e ottenere ciò che è loro dovuto. Incertezze e stress che, in taluni casi, stanno minando alla radice la salute stessa dei lavoratori e il loro equilibrio psichico». Piperno scrive ancora che «noi che siamo a stretto contatto con loro e cerchiamo di rassicurarli mettendo in campo la nostra esperienza e tutte le iniziative tese a dar loro un po’ di giustizia e, quindi, di speranza, ce ne rendiamo perfettamente conto dai loro sguardi e dai loro atteggiamenti. E se domani qualcuno di questi lavoratori, speriamo mai, dovesse lasciarsi andare ad un gesto inconsulto contro sé stesso o contro terzi, per non parlare del rischio di infortuni che la mancanza di tranquillità sul lavoro fa aumentare in modo esponenziale, allora che non si dica che noi non avevamo lanciato l’allarme per tempo e qualcuno, a cominciare dalla parte pubblica di tale sciagurata azienda, dovrà assumersi le proprie responsabilità lasciando stare le parole di circostanza che sempre in tali casi intervengono del tutto inutilmente a danno fatto. Noi non vogliamo essere cattivi profeti – aggiunge – , ma la situazione è questa ed è ogni giorno sotto i nostri occhi».

Poi si precisa che il sindacato ha lottato e continuerà a farlo ma «ci sono cose che da soli non possiamo fare e che richiedono altri autorevoli interventi che soli possono modificare stabilmente tale pericoloso andazzo». Si chiedono, quindi, «le dimissioni degli attuali vertici aziendali sia della parte privata che della parte pubblica». In conclusione l’affermazione che «sia come sia, ciò che è necessario è che tali interventi, a differenza di quanto sin qui avvenuto, vengano effettuati realmente e sollecitamente prima che sia troppo tardi. Oggi siamo ancora in tempo perché nulla di irreparabile è ancora successo ma fino a quando sarà cosi?».

ARISTIDE BAVA

SERVIZIO DI NICODEMO BARILLARO

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