Ricetta elettronica, prescrizioni digitali vicine all’80% dopo l’entrata in vigore il primo marzo di quest’anno del nuovo sistema che sostituisce la vecchia ricetta rossa con un promemoria bianco (sempre di carta per il vero) e con la fustella di accompagnamento del farmaco prescritto (anch’essa cartacea). Tutte le regioni italiane a macchia di leopardo hanno avviato il nuovo regime, che ha lo scopo di sostituire – a parte alcune eccezioni come la prescrizione di oppiacei, ossigeno, farmaci con piano terapeutico Aifa o visite specialistiche – le vecchie ricette rosse. Obiettivo del provvedimento è risparmiare in termini di stampa cartacea delle ricette, rendendo automatico il processo di emissione e conservazione delle ricette.
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Secondo stime di Promofarma, società di informatica di Federfarma, ogni anno nel nostro paese si fanno circa 600 milioni di impegnative sui farmaci, ciascuna delle quali costa almeno 40 centesimi per la stampa e la carta fornita dal Poligrafico dello Sato, munita di filigrana antifalsificazione, che ovviamente incide sui costi. Eliminando questi passaggi, compresi o costi per portare i ricettari da Roma in tutto il paese, si potrebbe ottenere un risparmio di 250 milioni di euro nel 2017.
Con la nuova ricetta elettronica, i cittadini possono andare dal medico di base, ritirare l’impegnativa munita di un codice elettronico e ritirare il farmaco in tutte le farmacie italiane, anche fuori regione, pagando il ticket della propria regione di appartenenza.
A luglio la media delle ricette elettroniche sul totale di quelle emesse ha raggiunto il 77%.
Le regioni più virtuose, secondo i dati di Promofarma, sono la Campania e il Veneto con l’89,5%, a seguire Molise (88,4%) e Sicilia (87,8%). Indietro invece la Calabria (26,7%) e la provincia autonoma di Bolzano (2,6%) partite in ritardo, rispettivamente a luglio e giugno, ma che quanto meno hanno cominciato a usare il sistema.
L’obiettivo previsto dall’Agenda Digitale è raggiungere il 90% di ricette elettroniche entro fine anno, mentre per una quota del 10% di farmaci continuerà ad essere utilizzata la ricetta rossa, come per i farmaci in distribuzione per conto e quelli contenenti sostanze psicotrope.
Secondo i medici il sistema presenta ancora alcune “falle”, perché la dematerializzazione del processo non è completa (la carta per ora resta sotto forma di “promemoria”) e i dati vengono spediti in automatico alla repository del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Al MEF che, in nome della tracciabilità della spesa farmaceutica e del monitoraggio delle mappe regionali delle esenzioni e dei ticket, ha accesso ad una serie di informazioni personali che riguardano il quadro clinico dei pazienti, entrando così nella sfera intima (per la privacy) del rapporto personale fra medico e paziente.
Fonte key4biz