Lun. Nov 4th, 2024

Disco verde dal Consiglio dei ministri al dl che scrive la roadmap delle riaperture, la Lega si astiene. Draghi: “Decisioni prese insieme, fatico a comprendere”. Pd: “Atteggiamento Salvini irresponsabile”. Stato d’emergenza posticipato al 31 luglio

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Via libera del Consiglio dei ministri al dl che scrive la roadmap delle riaperture dal 26 aprile. Astenuta, come anticipato dall’Adnkronos, la Lega, che non ha votato il provvedimento per divergenze in particolare sul coprifuoco. A far scoppiare la miccia, la decisione del premier Mario Draghi di non spostare il coprifuoco alle 23, ma di confermarlo alle 22. Il decreto, tra le altre cose, posticipa al 31 luglio lo stato di emergenza.

Le decisioni le abbiamo prese insieme, in cabina di regia. Francamente fatico a comprendere. Così, a quanto apprende l’Adnkronos, il premier Draghi avrebbe manifestato alla Lega la sua irritazione, prima dell’inizio del Cdm, sulla levata di scudi del partito guidato da Matteo Salvini sul coprifuoco e sul via libera a locali e ristoranti fin dal 26 aprile ma solo all’aperto e non al chiuso. Il presidente del Consiglio, raccontano fonti di governo, avrebbe dunque tenuto il punto sulla necessità di mantenere il coprifuoco alle 22. Draghi si sarebbe comunque mostrato aperto a rivedere l’orario del coprifuoco ma più avanti, almeno tra 15 giorni, in base al quadro epidemiologico. Iniziato il Cdm, raccontano fonti di governo, la Lega sarebbe rimasta in silenzio, salvo poi annunciare l’astensione dal voto sul decreto. Il Consiglio dei ministri è terminato dopo appena tre quarti d’ora.

LEGA – “La Lega chiede di dare fiducia agli italiani che hanno dimostrato per un anno pazienza e rispetto delle regole. Non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco, limitazioni” ha detto Salvini, al termine del Cdm. “I dati sanitari – ha sottolineato – fortunatamente sono in netto miglioramento: negli ultimi giorni sono migliaia i letti di ospedale che si sono liberati. Con rigidi protocolli di sicurezza, con prudenza e mantenendo le distanze, si può anzi si deve tornare a vivere e lavorare al chiuso e all’aperto”. “Voteremo il prossimo decreto se insieme al piano vaccinale e alla tutela della salute prevederà il ritorno alla vita e il ritorno al lavoro”, ha concluso Salvini.

“Presidente, noi abbiamo fiducia in te”, “ma non possiamo votare questo decreto”, ha detto Salvini a Draghi nel corso di una telefonata a quanto si apprende da fonti vicine al numero uno di via Bellerio. “Presidente, noi stiamo ascoltando sindaci, governatori, associazioni, imprese e lavoratori di tutta Italia. La Lega non può votare questo decreto. Al di là del coprifuoco, la zona gialla così come l’avete pensata non permette ad esempio di andare in un bar o in un ristorante al chiuso” ha detto il leader della Lega durante il colloquio telefonico secondo quanto riferito da fonti vicino alla Lega. “Ora – ha sottolineato – abbiamo i vaccini e per fortuna negli ultimi giorni abbiamo liberato migliaia di letti negli ospedali e centinaia nelle terapie intensive, i contagi sono in calo, più di mezza Italia ha dati da zona gialla. Abbiamo fiducia in te, ma noi lavoriamo al prossimo decreto che entro metà maggio – se i dati continueranno a essere positivi – dovrà consentire il ritorno alla vita e al lavoro per milioni di italiani”. Dopo aver preannunciato via sms le perplessità della Lega sul decreto riaperture, Salvini e il premier, riferiscono le stesse fonti, “hanno lungamente parlato al telefono e a più riprese”. Salvini ha comunicato al presidente del Consiglio la decisione, condivisa con i ministri della Lega, di non votare il dl.

M5S –  “Spiace per atteggiamento Lega – commentano fonti di governo M5S sullo strappo – Questo governo è nato per incoraggiare la coesione nazionale. Oggi è stata messa in discussione l’unità delle nostre decisioni. In un momento come quello che stiamo vivendo, l’interesse per il Paese viene prima di quello di partito. Purtroppo dalla Lega è un film già visto, che non ha pagato”.

PD – “La piattaforma che abbiamo condiviso e che sosteniamo è un punto di equilibrio giusto tra l’esigenza di ripartenza e la tutela della salute – dicono fonti di governo Pd – Ravvisiamo nell’atteggiamento della Lega la conseguenza di una contraddizione che è quella di un continuo susseguirsi di ultimatum che portano a questo tipo di incidenti di percorso”. “Il Pd sostiene la linea molta chiara di aperture sì ma con gradualità perché l’importante è ripartire in sicurezza in modo irreversibile” sottolineano fonti del Nazareno. “L’atteggiamento ondivago di Salvini che prima rivendica il decreto come frutto delle pressioni della Lega e poi ne prende le distanze – continuano le stesse fonti – è irresponsabile e frutto delle sue difficoltà anche all’interno del centrodestra”.

REGIONI – Consentire, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, i servizi di ristorazione sia al chiuso che all’aperto, senza distinzione di trattamento in base agli orari di somministrazione, e prorogare il coprifuoco dalle 22 alle 23, sono due delle ulteriori osservazioni e modifiche alla bozza del decreto sulle riaperture che, secondo quanto si apprende, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome hanno trasmesso nel pomeriggio alla ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini e al ministro della Salute Roberto Speranza. Le Regioni hanno chiesto inoltre la ripresa delle attività individuali in palestra al chiuso e nelle piscine all’aperto, già a partire dal 26 aprile, la riapertura del settori wedding e l’avvio anticipato, rispetto a quanto disposto in bozza, dei mercati e l’uniformazione delle date di riapertura degli spettacoli all’aperto e degli eventi sportivi all’aperto.

“Dispiace che il contributo costruttivo di tutte le Regioni d’Italia non sia stato accolto – ha dichiarato Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome – Come conferenza abbiamo dimostrato che in un momento d’emergenza si può trovare unità indipendentemente dalle appartenenze politiche presentando proposte fattibili e di equilibrio”.

IL DECRETO APPROVATO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI

GREEN PASS – “Dal 26 aprile 2021 sono consentiti gli spostamenti tra le Regioni diverse nelle zone bianca e gialla. Inoltre, alle persone munite della ‘certificazione verde’, sono consentiti gli spostamenti anche tra le Regioni e le Province autonome in zona arancione o zona rossa” si legge nella nota del Cdm diramata da Palazzo Chigi.

Il decreto varato dal Cdm infatti “prevede l’introduzione, sul territorio nazionale, delle cosiddette ‘certificazioni verdi Covid-19’, comprovanti lo stato di avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2 o la guarigione dall’infezione o l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo. Le certificazioni di vaccinazione e quelle di avvenuta guarigione avranno una validità di sei mesi, quella relativa al test risultato negativo sarà valida per 48 ore – si legge nella nota diffusa al termine del Consiglio dei ministri – Le certificazioni rilasciate negli Stati membri dell’Unione Europea sono riconosciute come equivalenti, così come quelle rilasciate in uno Stato terzo a seguito di una vaccinazione riconosciuta nell’Unione europea”. “Le zone gialle tornano ad essere sottoposte alle misure per esse previste e a quelle introdotte dal presente decreto”.

SPOSTAMENTI – “Dal 26 aprile al 15 giugno 2021, nella zona gialla, è consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata una volta al giorno, dalle 5 alle 22, a quattro persone oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. Le persone che si spostano potranno portare con sé i minorenni sui quali esercitino la responsabilità genitoriale e le persone con disabilità o non autosufficienti conviventi. Lo stesso spostamento, con uguali limiti orari e nel numero di persone, è consentito in zona arancione all’interno dello stesso comune. Non sono invece consentiti spostamenti verso altre abitazioni private abitate nella zona rossa”, si legge ancora nella nota.

SCUOLA – “Dal 26 aprile e fino alla fine dell’anno scolastico si torna in classe anche nelle scuole superiori (secondarie di secondo grado). La presenza è garantita in zona rossa dal 50% al 75%. In zona gialla e arancione dal 70% al 100%” rende noto Palazzo Chigi. Per quanto riguarda l’università, “dal 26 aprile al 31 luglio nelle zone gialle e arancioni le attività si svolgono prioritariamente in presenza. Nelle zone rosse si raccomanda di favorire in particolare la presenza degli studenti del primo anno”.

RISTORANTI – Dal 26 aprile in zona gialla riaprono i ristoranti anche a cena, purché all’aperto.

SPETTACOLI – Dal 26 aprile riaprono al pubblico in zona gialla cinema, teatri, sale concerto, live club. È necessario che ci siano posti a sedere preassegnati e una distanza di un metro l’uno dall’altro. La capienza massima consentita è del 50% di quella massima autorizzata e comunque non superiore a 500 spettatori al chiuso e 1000 all’aperto, rende noto Palazzo Chigi. In relazione all’andamento epidemiologico e alle caratteristiche dei siti, si potrà autorizzare la presenza anche di un numero maggiore di spettatori all’aperto, nel rispetto delle indicazioni del Cts e delle linee guida.

CENTRI TERMALI, PARCHI TEMATICI E DI DIVERTIMENTO – “Dal 1°luglio in zona gialla sono consentite le attività nei centri termali e possono riaprire i parchi tematici e di divertimento” si legge nel decreto sulle riaperture approvato dal Consiglio dei ministri.

SPORT – “Dal 26 aprile 2021, in zona gialla, nel rispetto delle linee guida vigenti, è consentito lo svolgimento all’aperto di qualsiasi attività sportiva anche di squadra e di contatto. Inoltre, dal 15 maggio 2021, sempre in zona gialla, sono consentite le attività delle piscine all’aperto e, dal 1° giugno, quelle delle palestre” si legge nella nota di Palazzo Chigi diffusa al termine del Cdm.

“Dal primo giugno in zona gialla sono aperte al pubblico anche le manifestazioni e gli eventi sportivi di livello agonistico riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Coni e del Comitato paralimpico. La capienza consentita è del 25% di quella massima autorizzata e comunque non superiore a 1000 spettatori per gli impianti all’aperto e 500 per quelli al chiuso. Per eventi di particolare rilevanza e tenuto conto delle caratteristiche dei siti è possibile autorizzare la presenza di un numero maggiore di spettatori. E’ possibile inoltre, anche prima del primo giugno, autorizzare lo svolgimento di eventi sportivi di particolare rilevanza”.

FIERE E CONGRESSI – Dal 15 giugno in zona gialla riaprono le fiere, mentre dal primo luglio via libera a convegni e congressi.