Ven. Nov 8th, 2024

Il virologo: “Riproporre le zone gialle, quelle arancioni e rosse, è continuare con un sistema infernale”

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“Con una situazione di contagio elevato, pensare alle riaperture vuole dire che tra un mese avremo un aumento dei casi di Covid-19 e l’estate sarà a rischio e dovremmo richiudere”. Così all’Adnkronos Salute Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia dell’università di Padova, commenta le riaperture annunciate ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal premier Mario Draghi. “Riproporre le zone gialle, quelle arancioni e rosse, è continuare con un sistema infernale – avverte – ed è la dimostrazione che in un anno non si è trovata un’alternativa efficace e non si sono costruiti strumenti adeguati per contenere l’epidemia. Siamo sempre lì, con oscillazioni tra zone gialle e arancioni, nelle prime si apre e il contagio aumenta”.

Ieri il presidente del Consiglio ha parlato di “rischio ragionato” per la roadmap delle riaperture: “Mi auguro che abbiano delle proiezioni – osserva Crisanti – Ma i numeri non li vediamo, non c’è trasparenza. L’espressione ‘rischio ragionato’ è vuota e decisamente politica e non scientifica. Il rischio è dato da due componenti, la probabilità e l’intensità del rischio. Per la prima sappiamo già che i contagi aumenteranno e non è una probabilità, con le riaperture accadrà questo. Servirebbe un programma di vaccinazioni a tamburo battente per evitarlo. L’intensità – ricorda l’esperto – è la gravita del fenomeno e i nostri dati sono ancora alti, con le aperture aumenteranno e dovremmo chiudere proprio in estate, quando invece gli altri Paesi saranno fuori dal tunnel”.

Quello che sta accadendo in Italia è “il risultato di una mediazione tra chi è cauto e chi vuole aprire tutto – avverte Crisanti – Siamo un Paese ostaggio di un gruppo di pressione che fa prevalere gli interessi di parte alla sanità pubblica”.

Ma quale sarà allora lo scenario delle prossime settimane? “Non ho la sfera di cristallo, ma aumenteranno i contagi”, risponde il virologo che poi riflette anche sul dato dei decessi “ancora molto alto in Italia e non si capisce il perché, forse – ipotizza – questo dato è falsato da quello dei nuovi positivi che sono sicuramente di più di quelli registrati, perché il sistema di tracciamento è da mesi che non funziona più”.