Una rivelazione Ipsos misura il gradimento del leader di Italia viva, che risulta bassissimo (4%) anche sul totale della popolazione, indipendentemente dall’appartenza politica. Spiega le ragioni per cui Enrico Letta è restio all’alleanza con il senatore di Firenze
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Non è solo tra i leader politici meno amati d’Italia, è di sicuro il più detestato dal popolo del centrosinistra in generale, e del Pd in particolare. A fotografare la bassissima audience di Matteo Renzi è un sondaggio Ipsos planato nei giorni scorsi sulle scrivanie del Nazareno. Utile in gran parte a spiegare le ragioni per cui Enrico Letta è tanto restìo a un’alleanza con Italia viva.
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La rilevazione condotta dall’istituto di Nando Pagnoncelli non lascia adito a dubbi. Quando si chiede all’intera platea elettorale di esprimere un gradimento sull’operato del senatore di Firenze, solo il 4% degli intervistati lo giudica ottimo (e il 57 pessimo). Se poi però la stessa domanda viene rivolta esclusivamente a chi vota Partito democratico, la percentuale sprofonda all’1 (con il pessimo in aumento al 61). Addirittura più bassa dell’apprezzamento tributato a Italia viva, il partito nato per scissione nel 2019, che comunque non supera mai il 4%.
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E non va meglio quando si chiede di scegliere tra una serie di caratteristiche che si adatterebbero meglio a Renzi: per il 46% degli elettori dem il leader di Italia viva “è un politico esperto, conosce bene i meccanismi della politica”, mentre solo per il 6% “è capace di portare il cambiamento in Italia”, anche se gli va dato atto che “conosce bene i problemi del Paese” (35%).
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Insomma una bocciatura senza appello. Tant’è che, sempre secondo Ipsos, alla fine il voto medio registrato dall’ex segretario-premier è sotto il 3. Da qualunque parte lo si guardi: sia da destra, sia da sinistra.