Mer. Lug 17th, 2024

Da Santuario dell’Eremo quadro in processione in Cattedrale

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La Sacra effigie della Madonna della Consolazione, patrona di Reggio Calabria, è stata consegnata questa mattina alle autorità cittadine nel luogo che anticamente rappresentava l’ingresso della città, sulla strada del Santuario dell’Eremo, dove il quadro, venerato fin dal 1654, è custodito dai frati Cappuccini per nove mesi l’anno. È il rinnovarsi di una tradizione antica che lega i reggini alla Madonna della Consolazione. Partita dalla Basilica Minore dell’Eremo, sulle colline della città, e portata a spalla da centinaia di portatori, la Vara ha raggiunto la “piazza della Consegna”. È qui che le autorità cittadine ecclesiastiche e civili, prendono in carico la Sacra Effigie che viene accompagnata in Cattedrale con la partecipazione di almeno 50 mila fedeli. Accanto all’arcivescovo mons. Giuseppe Fiorini Morosini, il sindaco Giuseppe Falcomatà, il prefetto Massimo Mariani, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, forze dell’ordine, amministratori e rappresentanti istituzionali.

Prima la sosta davanti alla sede del Consiglio regionale, dove accanto al Gonfalone erano in attesa, Irto, che ha deposto un mazzo di fiori alla base della Sacra Efficie della Vergine, il consigliere regionale Domenico Giannetta, l’assessore comunale Giuseppe Marino, ed il Segretario Generale del Consiglio regionale Maurizio Priolo. Una festa dedicata quest’anno agli “assenti”. “A chi non c’è più – ha esordito mons. Fiorini Morosini, nel ricevere in consegna la Santa Patrona della città – perché chiamato da Dio a miglior vita, a chi è assente perché impedito per malattia, a chi può esserci per lavoro, ed ha dovuto lasciare per questo la nostra città, soprattutto i molti giovani”. Poi l’invito a pregare per i sofferenti, “i malati terminali della nostra città – ha detto l’Arcivescovo – che hanno bisogno di non essere lasciati soli in questo loro ultimo tratto di strada della loro vita”. E il pensiero del Presule non poteva non andare alla struttura dell’Hospice di via delle Stelle, che in queste settimane è stata a rischio chiusura a causa del mancato accreditamento da parte dell’Asp di Reggio Calabria. “Un bene grande – l’ha definito il presule – che tutti dobbiamo sostenere, a cominciare dalle istituzioni cittadine affinché trovino una soluzione definitiva per farne continuare l’attività”. La processione è quindi ripartita in direzione della Cattedrale, preceduta e seguita da folla immensa, che ha superato le 50 mila persone. “Una festa che è simbolo di unità – ha affermato Falcomatà – di partecipazione popolare, simbolo di fede, della tradizione e della storia secolare di questa città”. La processione si conclude con l’ingresso ‘in corsa’ della Vara nella Basilica del Duomo, e là resterà fino all’ultima domenica di novembre.

Discorso di Morosini alla Consegna della Madonna della Consolazione

Fratelli carissimi,
ringraziamo Dio perché ci ha concesso anche quest’anno di ritrovarci insieme per questo appuntamento così ricco di emozione.
Il nostro pensiero va immediatamente a chi quest’anno è assente: chi è stato chiamato da Dio, chi è impedito per malattia, chi per lavoro, chi ha lasciato la nostra città, soprattutto giovani, per cercare lavoro. Li abbiamo tutti presenti nella nostra preghiera. In particolar modo vi invito a pregare per i sofferenti e i malati terminali, che hanno bisogno di non essere lasciati soli in questo loro ultimo tratto di strada in questo mondo. A loro bisogna garantire non solo quelle cure necessarie perché le loro sofferenze siano alleviate, ma soprattutto quel conforto e quella consolazione che tutti noi vorremmo avere in un momento così drammatico. Noi abbiamo in città un bene grande, che solo chi ne ha potuto usufruire l’aiuto, lo ha apprezzato. Mi riferisco all’Hospice, che dobbiamo sostenere in questa opera preziosa di consolare le persone in viaggio verso l’eternità.  
Chiedo umilmente alle Istituzioni di trovare una definitiva soluzione che garantisca a tale opera di continuare ad erogare i suoi servizi. È un bene troppo grande, non ci possiamo permettere di perderlo.  
Come cristiani, dinanzi alla Vergine della consolazione dobbiamo moralmente opporci a quella cultura di morte, che sta tentando in tutti i modi di imporci l’accettazione della legittimità dell’eutanasia e del suicidio assistito. La Madonna della consolazione è qui per distribuire un conforto nel segno della difesa della vita umana e non nel segno della morte procurata. Un vero Stato di diritto deve garantire la cure palliative per tutti e non deve incentivare la morte di nessuno.
L’Immagine della Vergine è ancora qui, miei cari, a dirci che Lei c’è sempre per sostenere il nostro impegno per il bene e per la realizzazione delle nostre speranze.
Anche quest’anno in Cattedrale la onoreremo e la invocheremo come Madre della consolazione, chiedendo il suo conforto e la sua benedizione. In questo momento, mentre ci rassicura che Lei c’è, ci chiede se noi ci siamo. Noi l’accogliamo festanti, come sempre, ma sapremo rassicurarLa che anche noi ci saremo per tutto quel bene che Le chiediamo?
Sono tanti i bisogni di ciascuno di noi, delle nostre famiglie, delle nostre aggregazioni sociali, che stanno alla base della vita della nostra città. Il bene va impetrato da Dio con la preghiera, ma va costruito anche da noi con responsabilità.
Chiediamo a Maria di darci la forza di essere cittadini attivi e responsabili, di essere non solo fruitori dello sviluppo desiderato per la nostra città, ma attori responsabili ed efficienti della sua crescita. Abbiamo celebrato il nostro annuale Convegno diocesano all’insegna di una cittadinanza attiva e responsabile, che come credenti dobbiamo esercitare sul nostro territorio. Mi auguro che le nostre realtà ecclesiali sappiano esprimere al meglio questa cittadinanza per i prossimi appuntamenti che la vita democratica ci propone, che come cristiani dobbiamo preparare con spirito di servizio e con la fedeltà ai grandi principi che stanno alla base del Vangelo.
Vergine della consolazione, ti affidiamo le speranze che tutti ci portiamo dentro. Nei giorni che starai nella Cattedrale, cuore della nostra vita ecclesiale, in tanti verranno a renderti omaggio e a pregarti. Accogli ogni preghiera, alla quale sono legate tante speranze; dona conforto e fiducia; converti i cuori induriti nel male; non permettere che nessuno torni a casa, dopo l’incontro con te, ancora disperato senza percepire quella pace interiore che solo tu saprai donare.

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