“Abbiamo voluto lanciare in tempo un allarme, un allarme ragionato, sui rischi che incombono sulla produzione agrumicola e olivicola calabrese a causa di scelte e orientamenti emersi a livello europeo che potrebbero vedere fortemente compromessa l’economia della nostra regione per l’adozione di nuovi regolamenti comunitari”.
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Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, spiega così l’ordine del giorno presentato in Consiglio regionale e approvato dall’Aula nell’ultima seduta di giovedì scorso.
“Ma oltre a paventare le minacce che si stanno addensando sulle nostre principali produzioni agricole – aggiunge Nicolò – abbiamo investito ufficialmente il Presidente della Giunta Regionale impegnandolo ad intervenire presso il Governo centrale ed i competenti Organismi europei per ottenere, a tutela della produzione regionale agrumicola ed olivicola, efficaci misure in grado di arginare il fenomeno del ‘dumping’, assolutamente letale per l’agricoltura calabrese.”
Ancora Nicolò: “Alcune scelte dell’Unione Europea con il via libera al colossale import di olio tunisino tax free e l’importazione di agrumi da alcuni paesi africani, stanno per assestare un colpo pesantissimo, in grado di infliggere un irrimediabile knock-out ai settori olivicoli e agrumicoli calabresi”. “Si tratta – spiega – delle imminenti modifiche dei regolamenti 2016/1036 e 2016/10 relativi, rispettivamente, alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping e di sovvenzioni da parte di paesi non membri dell’Unione Europea: provvedimenti che rischiano di fornire il via libera a un devastante import di prodotti sottocosto da paesi extracomunitari sui mercati europei”.
“L’olivicoltura e agrumicoltura – ricorda Nicolò – hanno un’incidenza di assoluto rilievo nell’economia regionale e in particolare il settore olivicolo, che si sta sempre più qualificando in termini di eccellenza, rappresenta la principale fonte di reddito per le nostre aziende agricole. La Calabria, inoltre, con circa 44.000 aziende, dopo la Sicilia, è la regione che in Italia ha la maggiore produzione di arance, clementine e mandarini.”
“E bisogna inoltre considerare – continua l’esponente politico – che il bergamotto costituisce una fondamentale risorsa economica per l’intera regione tanto da meritare l’ambito riconoscimento della DOP (Denominazione di Origine Protetta) e da essere classificato come patrimonio territoriale per le preziose, uniche, peculiarità”.