Mar. Lug 16th, 2024

Approvazione del Rendiconto 2020 e del Bilancio di previsione, via libera al Documento di economia e finanza regionale, giudizio di parifica della Corte dei conti. Se tutti i passaggi saranno consumati entro la fine di dicembre, la Regione eviterà l’esercizio provvisorio. È una corsa contro il tempo quella intrapresa dal governatore Roberto Occhiuto: ieri la presentazione, per grandi linee, della manovra finanziaria nella Conferenza dei capigruppo in Consiglio; oggi l’approvazione del documento contabile in Giunta regionale. L’obiettivo è inviare tutto il pacchetto di provvedimenti a Palazzo Campanella nel più breve tempo possibile.

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Il Bilancio di previsione 2022-2024, prima di approdare in Aula per l’esame finale, dovrà essere esaminato dalle commissioni competenti. Un aspetto va subito chiarito: così come successo negli anni passati, anche stavolta siamo di fronte a una manovra “ingessata”. Il documento, al netto delle partite di giro, della anticipazione di cassa e del fondo pluriennale vincolato, dovrebbe valere complessivamente oltre 6 miliardi. In gran parte, si tratta di risorse a destinazione vincolata, o meglio, di somme il cui utilizzo può aver luogo solo per finalità stabilite da altri decisori istituzionali o con questi concordate.

Pochi fondi “liberi”

Di fronte a una sanità che assorbe oltre il 60 per cento delle risorse complessive, i fondi “liberi”, da destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione, dovrebbero ammontare a 700-800 milioni. Sicuramente pochi per far fronte alle richieste in arrivo dalle varie forze politiche e agli indirizzi della Giunta. Tutto ciò tenendo presente pure il particolare momento, con un’emergenza pandemica ancora in corso.

Il Defr e la stretta sugli enti

Il complesso universo degli enti sub-regionali continua a rappresentare un problema per la Regione. In vista dell’approvazione del Bilancio, il Defr indica senza mezzi termini la necessità di una profonda razionalizzazione e di «un forte e serio riordino» di queste “monadi”, a partire dall’attivazione di una puntuale “spending review”. «La Regione Calabria – si legge nel capitolo ad hoc del Documento – possiede partecipazioni, talora minimali, in numerose entità, parte delle quali da tempo sottoposte a procedure fallimentari o di liquidazione. Tale eccessiva proliferazione di partecipazioni in società non strettamente necessarie è stato da tempo riconosciuto anche dalla Regione stessa: sono stati, infatti, numerosi gli interventi con cui, in passato, l’amministrazione ha tentato di contenere questo fenomeno ed effettuare processi di razionalizzazione. In altre parole, non sembra essere stata recepita ancora la logica legislativa nazionale che prevede l’indispensabilità delle partecipazioni; è necessario un immediato sforzo aggiuntivo di tipo quantitativo da parte della Regione, sia in termini di trasparenza, sia in termini di governance contribuendo a migliorare l’efficacia dell’azione istituzionale, evitando, in ultima analisi, aggravi sui conti dell’ente senza alcun ritorno di investimenti per il benessere collettivo». Né il quadro sembra migliorare con riferimento agli enti strumentali e alle fondazioni, visto che – è scritto ancora nel Defr della Regione – «dall’analisi dei più recenti rendiconti sono emerse diverse criticità». Da qui la necessità di riordinare le «competenze assegnate agli enti strumentali essenziali, concludere la liquidazione di enti in essere da oltre 10 anni e, in ultimo, razionalizzare l’utilizzo delle risorse regionali».

FONTE GAZZETTA DEL SUD

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