Solo una suggestione l’ipotesi del procuratore di Catanzaro. Il leader della Lega e Giorgetti puntano sul consigliere di Stato calabrese. Con l’obiettivo di conquistare la Cittadella e trasformare il Carroccio in un vero partito nazionale. Si complicano i piani di Occhiuto e Ferro
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Non è la prima volta che si fa il nome di Nicola Gratteri quale candidato alla presidenza della Calabria. L’ultimo a inserire il nome del procuratore di Catanzaro tra i possibili aspiranti governatori, in quota Lega, è stato il giornale online Affari Italiani. E anche stavolta l’indiscrezione va contrassegnata alla voce “suggestioni”, nel caso specifico prive di fondamento.
Gratteri, subito dopo l’uscita della (presunta) notizia, lo avrebbe ribadito ai suoi più stretti collaboratori: «Io parlo con tutti, ma dalla Procura non mi muovo».
Lasciare l’ufficio inquirente per inseguire le (altrettanto presunte) sirene del Carroccio non sarebbe poi neppure opportuno, dal momento che la Procura di Catanzaro sarebbe al lavoro su alcuni fascicoli che potrebbero lambire personaggi calabresi con la tessera della Lega in tasca.
LE NUOVE DINAMICHE Dunque, solo una suggestione “acchiappaclic” (Gratteri è sempre trend topic in rete). Del resto, l’interesse della Lega avrebbe preso direzioni del tutto diverse. La premessa è che Matteo Salvini vuol fare sul serio anche in Calabria. Significa che il ministro dell’Interno non sembra avere l’intenzione di cedere questa regione ai probabili alleati di centrodestra, cioè a Fi e FdI, ma sarebbe pronto a schierare un proprio nome per la guida della Cittadella.
Con l’assegnazione di Abruzzo e Basilicata a due candidati, poi diventati governatori, appartenenti, rispettivamente, a Fratelli d’Italia (Marsilio) e Forza Italia (Bardi), Salvini crede di aver estinto i propri “debiti” con gli alleati storici. Adesso sarebbe arrivato il momento di valutare i reali rapporti di forza all’interno della coalizione, con la Lega, sondaggi alla mano, primo partito d’Italia in grado, da solo, di ottenere più consensi rispetto alla somma di quelli di Berlusconi e Meloni. L’idea, quindi, è quella di calibrare le assegnazioni sui numeri attuali, e non sulla scorta delle dinamiche elettorali del passato, quando Fi era il motore della centrodestra e la Lega un partito secessionista che viaggiava ben al di sotto del 10%.
CHIUDERE CON IL PASSATO Ecco, Salvini vuole chiudere con il passato e far diventare la Lega un vero partito nazionale. In questo senso la Calabria diventa un obiettivo strategico, la cui conquista potrebbe cambiare definitivamente il dna del Carroccio e favorirne il definitivo radicamento al Sud.
L’arrivo del parlamentare bergamasco Cristian Invernizzi, in qualità di presidente della “Lega Calabria – Salvini premier”, è solo il primo step di un’operazione più complessa, la cui regia è stata affidata al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nonché plenipotenziario del ministro dell’Interno, Giancarlo Giorgetti.
IL PRESSING Pare che il pressing della Lega si sia inizialmente rivolto verso l’ex presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, senza che la trattativa andasse a buon fine. Ora, invece, Giorgetti avrebbe puntato tutte le sue carte sul calabrese Giuseppe Chinè, magistrato amministrativo di cui, nell’ultimo anno, ha imparato ad apprezzarne le doti e le capacità professionali. Chinè è infatti l’attuale capo di gabinetto del ministro dell’Istruzione, il leghista Marco Bussetti.
Originario della Locride, 50 anni, Chinè ha fatto carriera nell’alta burocrazia dello Stato: ex capo di gabinetto del ministro della Salute Beatrice Lorenzin – incarico che gli ha permesso di gestire il commissariamento della sanità calabrese –, dal 2011 al 2013 ha guidato l’Ufficio legislativo del ministero dell’Economia e, dal 2009 al 2010, quello del ministero per la Semplificazione normativa. Nelle prossime settimane si saprà se il lavoro di Giorgetti avrà dato i suoi frutti.
GLI ALLEATI A prescidere dai nomi, il forte interessamento della Lega per la Calabria rischia comunque di creare ulteriori scossoni in un centrodestra già vicino alla guerra civile. Il partito di Meloni vuole Wanda Ferro candidata alla presidenza, Forza Italia insiste con Mario Occhiuto che, a sua volta, è osteggiato dall’area dei fratelli Gentile e di Piero Aiello. E ora le ambizioni della Lega. Come sempre, saranno gli accordi nazionali a decidere la partita, anche in Calabria. E Salvini – Gratteri a parte – non vuol farsi suggestionare dalle pretese degli alleati.