Gio. Ago 15th, 2024

Dem e grillini chiedono la disponibilità dell’ex prefetto di Vibo per la candidatura a governatore. Lui non declina, ma chiede conferme “nazionali”. E dice no a una contrapposizione con Oliverio

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Il suo nome sarebbe l’ideale per sbloccare l’impasse sulla candidatura a governatore. Un tecnico di alto profilo, candidato civico, in prima linea contro la criminalità organizzata. Una personalità capace – tra le scosse telluriche della politica calabrese – di mettere d’accordo mondi apparentemente inconciliabili come il Partito democratico e il Movimento Cinquestelle. Forse anche per questo motivo era, in qualche modo, pronosticabile che si pensasse a Giuseppe Gualtieri come candidato a governatore della futura (o futuribile) coalizione giallorossa. Ex prefetto di Vibo Valentia, poliziotto che ha contribuito alla cattura di Bernardo Provenzano, Gualtieri gode di estimatori da entrambe le parti della nascente alleanze. E, infatti, sollecitazioni gli sono arrivate dai due fronti: sia dal M5S che dal Pd. E l’ex prefetto non ha chiuso le porte né declinato l’invito, almeno per ora. Ci ha tenuto, però, a fissare dei paletti. Che, in una fase turbolenta come questa, hanno il pregio di indirizzare il discorso politico verso lidi di concretezza.
Il primo: ha ringraziato gli interlocutori che lo hanno contattato, ma ha chiesto un passo in avanti. E cioè di vagliare se l’interessamento che gli è stato prospettato a livello locale trovi una corrispondenza anche tra i vertici nazionali dem e grillini. I tempi sono complicati e ogni possibile accordo non può che avere, come tappa obbligata, un’interlocuzione diretta con il segretario del Pd Nicola Zingaretti e il capo politico del Movimento Luigi Di Maio.
Seconda questione: Gualtieri, da attento osservatore delle cose calabresi, non trascura affatto i travagli del Pd calabrese. Non passa giorno senza che vada in scena una nuova puntata dello scontro tra Mario Oliverio e Stefano Graziano, tra le truppe del governatore e i sostenitori della linea dettata da Roma. L’ex prefetto non ha intenzione di catapultarsi in un gioco che valuta pericoloso per il futuro della coalizione. È disposto a vagliare le richieste che gli arrivano soltanto nella prospettiva di rappresentare una soluzione unitaria. Non ci sarà spazio, dunque, per tentativi di contrapporlo alla posizione di Oliverio. La sua discesa in campo – se ci sarà – è vincolata dall’opzione dell’unità. In termini ancora più spiccioli: o si lavora per far rientrare i contrasti nel Pd o non se ne farà nulla.

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