Sono 754 i migranti provenienti da vari paesi africani e che viaggiavano a bordo della nave “U. Diciotti CP 941”, giunta nel Porto di Reggio Calabria.
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Nel gruppo vi sono 575 uomini, 24 donne – tra le quali 4 incinte – e 155 minori, 148 dei quali risultano non accompagnati,. Provengono per la maggior parte dal Senegal, Guinea, Pakistan, Bangladesh e Costa d’Avorio.
Sono stati tutti recuperati il giorno prima a circa 20 miglia dalle coste libiche mentre si trovavano su imbarcazioni in legno e gommoni. La Prefettura di Reggio Calabria ha coordinato il dispositivo di accoglienza.
È stata una giornata molto intesa- ha affermato il comandante dell’unità della guardia costiera, il capitano di fregata Gianluca D’Agostino- In totale i soccorsi dono stati 13 per i 1380 persone salvate. Insieme a noi la centrale operativa di Roma della Guardia Costiera ha coordinato anche diversi mercantili che ci hanno aiutato a tirar su queste persone da imbarcazioni e gommoni che sicuramente non sarebbero riuscite a raggiungere le coste italiane senza un soccorso preventivo”.
Da oggi gli sbarchi aumenteranno. “ Le condizioni del tempo sono in deciso miglioramento, il mare che già finoa ieri era discreto ora sta assumendo lo stato tipico dell’estate, anche le temperature della notte si sono addolcite e questi sono tutti elementi che spingono le organizzazioni a riprendere in maniera cospicua e corposa le partenze”. Ilclima migliore, però non ha impedito la morte per ipotermia di due bambine di 3 e 5 anni, che una donna ha seppellito in Libia, scavando nella sabbia con le proprie mani. A raccontare la tragedia è suor Bipendu, un medico congolese imbarcata sulla Diciotti che lavora da quasi due anni a bordo delle unità navali della Guardia Costiera. “ Loro si salvano, io li curo, con l’infermiere a bordo”. Come quel giovane a cui è stata suturata una ferita da trauma in testa, una bastonata dai libici. O un altro giovane che invece perderà una gamba a causa di una ferita da arma da fuoco che è già in cancrena.
Difficile pero curare le ferite dell’anima della donna che 20 minuti dopo aver seppellito le bimbe è stata imbarcata sul gommone dagli scafisti.
Carmen Fantò