Ignoti hanno incendiato l’ingresso della ditta di Gallico. Il titolare è anche presidente della Camera di commercio
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«Siamo un’azienda storica a Gallico, ma mai siamo stati vittime di episodi di questo genere. Anche per questo siamo abbastanza scossi». A poche ore all’attentato incendiario che ha colpito uno dei più vecchi punti vendita dell’azienda vinicola Tramontana, il patron Ninni è ancora visibilmente scosso. Anche perché il locale colpito è proprio nei pressi della casa di famiglia. Ed è stato lui questa mattina all’alba a dare l’allarme. All’alba, nell’aprire le finestre, si è accorto che l’insegna era annerita e il portone carbonizzato. Subito si è precipitato di fronte al punto vendita di famiglia, ma lì non ha potuto far altro che constatare i danni e chiamare i carabinieri. Nella notte, attorno all’una – hanno scoperto gli investigatori esaminando le telecamere piazzate in zona – qualcuno ha piazzato un copertone intriso di benzina davanti al portone del punto vendita e gli ha dato fuoco. «Pur essendo molto vicini – spiega Tramontana – non ci siamo accorti di nulla perché non c’è stato alcuno scoppio, solo fiamme. Fortunatamente, l’incendio è rimasto limitato all’esterno e il fuoco non si è propagato all’interno del punto vendita, dove c’è vino, legno, botti. Avrebbe potuto essere devastante». Ma più del danno materiale è il messaggio – inequivocabile – ad aver colpito la famiglia Tramontana, che con i propri prodotti è riuscita negli ultimi anni a valicare anche i confini regionali. «Non abbiamo mai subito intimidazioni di questo genere» afferma Ninni Tramontana «ed è normale che la cosa lasci tutti un po’ scossi. Ma questo ci deve dare lo slancio per schierarci in maniera ancora più decisa contro la ‘ndrangheta». Proprio ieri, in qualità di presidente della Camera di Commercio, Tramontana ha coordinato le iniziative messe in campo per la “Giornata della legalità” organizzata dall’ente che presiede. Una coincidenza? Forse o forse no. Di certo è una delle piste su cui stanno lavorando gli investigatori, anche se a nessuno sfugge il contesto generale in cui l’ennesimo atto intimidatorio è maturato. «Da tempo – conferma anche il patron – a Gallico si respira un’aria strana e molto più tesa».
Sempre ieri, una mano ignota ha sparato diversi colpi di arma da fuoco contro le saracinesche dell’ipermercato Lidl, mentre negli ultimi mesi, numerosi sono stati gli atti intimidatori che hanno colpito diverse attività commerciali della zona. «Che io sappia, tutti gli episodi sono stati denunciati, ma nessuno si è presentato in Camera di commercio per chiedere aiuto o sostegno. Personalmente, ho avuto qualche contatto informale con alcune delle vittime di attentati o danneggiamenti, ma nulla di più». Un peccato – afferma – perché se tutti quanti ci schierassimo in modo aperto e netto, la capacità di colpire la ‘ndrangheta sarebbe maggiore». Ed a Gallico e nelle zone limitrofe, storici quartieri termometro delle tensioni mafiose in città, la ‘ndrangheta si sta facendo sentire. I vuoti di potere creati dagli arresti degli ultimi anni sembrano aver fatto gola a molti e la detenzione di storici capi operativi pare aver dato la stura agli appetiti di giovani aspiranti boss, ansiosi di gloria, affari e territori. Tensioni che – secondo fonti investigative – potrebbero anche spiegare il contesto in cui sono maturati i due omicidi che nel corso dell’ultimo anno hanno insanguinato la zona. Il 29 dicembre scorso, a cadere sotto i colpi dei killer è stato Tarik Kacha, 34enne di origini marocchine ma cresciuto a Reggio Calabria, vittima di un vero e proprio agguato di fronte al portone di casa, nel limitrofo quartiere di Catona. Poco distante, il 26 maggio, il tabaccaio Bruno Ielo è stato inseguito e ucciso mentre rientrava a casa dopo il lavoro. Persone diverse, provenienti da ambienti diversi e probabilmente anche con frequentazioni molto diverse, ma che secondo alcune indiscrezioni avrebbero avuto il medesimo destino. Vasi di coccio fra i vasi di ferro che nella periferia nord di Reggio Calabria potrebbero avere il volto di giovani leve, assetate di potere e pronte a pretenderlo.
Alessia Candito
Solidarietà dell’ Ascoa
Il grave gesto intimidatorio ai danni del nuovo Presidente della Camera di Commercio e della sua azienda rappresenta un atto ignobile nei confronti della classe imprenditoriale reggina. Tramontana è l’esempio di equilibrio e concretezza, oltre che di grande intuito imprenditoriale, di cui l’ente camerale ha bisogno per scommettere sul futuro dell’economia reggina.
L’Ascoa, Associazione piccole e medie imprese, esprime forte solidarietà alla famiglia e a tutta l’azienda, assicurando, al contempo, pieno sostegno all’azione lungimirante del presidente Tramontana.
Il Presidente e il Consiglio d’Amministrazione
ASCOA (Associazione Provinciale della Piccola e Media Impresa)