Mer. Ago 14th, 2024

Il documentario realizzato da Palomar, con il sostegno della Regione Calabria e della Fondazione Calabria Film Commission, offre uno sguardo approfondito sui Bronzi di Riace, dall’epoca del loro rinvenimento fino ai giorni nostri.

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La première di “Semidei” al Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria ha registrato il sold out, suscitando grande entusiasmo tra il pubblico. Il docufilm, prodotto da Palomar con il sostegno della Regione Calabria, del Dipartimento Istruzione, Formazione e Pari Opportunità, e della Fondazione Calabria Film Commission, è un omaggio ai celebri Bronzi di Riace, dall’emozionante momento del loro rinvenimento il 16 agosto 1972, lungo il litorale di Riace, fino ai giorni nostri.

L’archeologo Daniele Castrizio, coinvolto nella realizzazione del film, lo ha descritto come “poetico”, sottolineando la capacità della pellicola di narrare la storia dei Bronzi come riflesso della società reggina, affrontando le sfide e le potenzialità della comunità. Il documentario, curato dai registi reggini Fabio Mollo e Alessandra Cataleta, intreccia con maestria immagini di repertorio e materiale contemporaneo, creando un collage temporale di 2500 anni che invita a riflettere sul presente e a immaginare il futuro.

Tra gli sceneggiatori figura Giuseppe Smorto, giornalista reggino e ex vice direttore del quotidiano “La Repubblica”, il quale ha elogiato la meravigliosa storia dei Bronzi, sia dal punto di vista archeologico che da quello cronachistico. Nel film, la testimonianza umana di Stefano Mariottini, il subacqueo che individuò i Bronzi nei fondali di Riace, ha suscitato particolare interesse.

La vice presidente della Giunta regionale, Giusy Princi, ha sottolineato l’importanza della serata come espressione di cultura e identità storica legata alla Magna Grecia. Il docufilm “Semidei” rappresenta la chiusura di un ciclo di celebrazioni per il 50º anniversario della scoperta dei Bronzi, ma allo stesso tempo, secondo Princi, segna l’inizio di una nuova consapevolezza per la Calabria. I registi hanno definito il film “una lettera d’amore alla Calabria e alla sua gente”, veicolando il messaggio di pace custodito dai Bronzi, un messaggio di cui l’intera umanità ha bisogno, oggi più che mai.

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