Mar. Lug 16th, 2024

Procuratore aggiunto Lombardo: iniziativa nata dopo baciamano a boss Giorgi

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È stato presentato al Teatro Cilea, di fronte ad una platea gremita di ragazzi delle scuole, il “Registro di cittadinanza consapevole”.  Un’iniziativa simbolica nata a Reggio Calabria, promossa dall’avvocato ed ex presidente della commissione Pari opportunità, Giovanna Cusumano con la condivisione della Procura distrettuale antimafia e della Prefettura. L’iniziativa ha origine dalle dichiarazioni di sdegno e indignazione della comunità civile del 2 giugno scorso, quando la cattura del boss Giuseppe Giorgi, individuato dopo una ultraventennale latitanza, è stata sporcata dal commosso baciamano di un paesano. “Quello che è stato assordante all’epoca – dice il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, che per il Tribunale ha curato l’iniziativa presentata oggi – è stato il silenzio della società civile. E questo ha spinto ad una riflessione collettiva: non è accettabile che passi un messaggio distorto, che ancora oggi si comunichi che i calabresi sono quelli del baciamano”. “Le mafie – afferma Lombardo – sottraggono ogni giorno enormi spazi di libertà. E la libertà sottratta ai ragazzi significa sottrarre loro il futuro, che per loro non deve essere più solo lontano da questa terra”. Ma per contrarle non servono gesti eclatanti o  eroismi isolati, “la ’ndrangheta si contrasta ogni giorno con gesti normali, fatti di coraggio collettivo”. “Reggio Calabria è la prima città che si dota di uno strumento del genere – spiega l’avvocato Cusumano, ‘co-autrice’ dell’iniziativa – ed è importante che il registro nasca proprio qui: questa terra è abitata da tantissime persone per bene, che pagano un prezzo troppo alto per la presenza di una criminalità organizzata che ne ha impedito lo sviluppo. Auspichiamo, quindi, di dare voce ai tantissimi calabresi che respingono con forza ogni forma di criminalità e di sottocultura ’ndranghetista, perché tutti insieme possiamo sperare in una Calabria libera”. “Noi – aggiunge Lombardo – non siamo figli di un Dio minore, noi non siamo diversi da tutti gli altri. Quante volte avreste voluto gridarlo in faccia a chi vi catalogava ancor prima di conoscervi. Sei calabrese, sei mafioso. Oggi avete un’occasione speciale, che i vostri coetanei non avranno mai. Oggi tutti insieme trasformiamo lo svantaggio di essere nati e cresciuti nella capitale della ‘ndrangheta in una grande opportunità, che ci rende unici e speciali. Noi siamo i primi a metterci la faccia, noi oggi firmiamo il patto con noi stessi: mafiosi mai. Con il coraggio di dirlo apertamente. Ecco il senso di questa giornata”.

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