Dom. Set 1st, 2024

Consigliere regionale (Ncd): raccogliamo appello primario su potenziamento organico radioterapia

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“L’entrata in funzione del nuovo acceleratore lineare, tecnologicamente all’avanguardia ed in grado di colpire il tumore con la massima precisione tutelando i tessuti sani, rappresenta un momento altamente qualificante dell’offerta sanitaria che va sempre più arricchendo il grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Un risultato ancor più importante per i suoi contenuti sociali, coinvolgendo quegli aspetti che non vorremmo mai trovare sul volto delle persone, quali la sofferenza e il dolore, ma che, purtroppo, sempre più fanno parte della nostra quotidianità”. E’ quanto afferma Giovanni Arruzzolo, capogruppo Ncd in consiglio regionale. “Al direttore generale Frank Benedetto – aggiunge l’esponente politico – il merito di aver tagliato, dopo l’apertura del Centro cuore, un altro importantissimo traguardo, testimoniando la qualità e la sostanza di una gestione che parla con i fatti. Per i tantissimi pazienti adesso la tranquillità di potere affrontare a casa propria una prova di vita certamente difficile, ma con la consapevolezza di avere tutte le garanzie per potercela fare grazie a questa macchina che è in grado di fornire risposte complete per ogni patologia tumorale, comprese anche quelle fino ad ieri definite incurabili, e alla competenza e professionalità del primario Said Al Sayyad, direttore del dipartimento di Radioterapia ed Ematoncologia e del suo staff”. “Certamente – prosegue il consigliere regionale – raccogliamo l’appello dello stesso primario riguardo la necessità di un potenziamento di organico di radioterapia per potere rispondere alle nuove richieste e realizzare sempre di più il sistema di una moderna radiologia funzionale ai trattamenti radioterapici basata sull’integrazione dei saperi nell’efficienza della terapia oncologia”. “Intanto – conclude Arruzzolo – salutiamo con grande soddisfazione il nuovo acceleratore lineare che, nel dare nuove speranze di guarigione, consente anche di ridurre le spese e l’emigrazione sanitaria, il grande cruccio della sanità calabrese”.

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