Mer. Lug 17th, 2024

Martedì 27 marzo si celebra per la cinquantottesima volta anche in Italia  la “Giornata mondiale del Teatro”.La direttiva del Ministero della P.I.  coinvolge  quest’anno anche il mondo della scuola,  con l’obiettivo di interessare le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado ad iniziative da realizzare sul territorio, anche sulla scorta di esperienze di attività teatrale promosse negli ultimi anni.

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La finalità della “Giornata” è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’espressione teatrale e promuovere lo sviluppo delle arti performative in tutti i Paesi del mondo.

L’occasione ci consegna la possibilità di rivisitare il rapporto tra teatro e comunità calabrese e, in particolare, tra teatro e scuola nella nostra comunità e contemporaneamente di fare una riflessione sullo stato dell’arte anche del Teatro comunale “F. Cilea” di Reggio Calabria.

Lo spettacolo colto, prosa, danza, lirica, insomma lo spettacolo frutto di fatica, di ricerca, di studio è quello che deve essere sostenuto perché in Italia non ha vita facile, ancor più come vedremo in Calabria. E’ un problema che riguarda la formazione del pubblico fin da giovane, bisogna educare i bambini al teatro fin da piccoli perché questa forma di espressione artistica aumenta le capacità linguistiche e quindi la crescita culturale, che è il vero investimento da fare. Bisogna puntare alla formazione del pubblico facendo arrivare questo tipo di spettacoli “colti”, di valori e di linguaggi, a un maggior numero di persone.

La scuola non è fatta solo dai bambini, vi sono anche le famiglie. Anche loro devono familiarizzare con il teatro. Verso quest’ultimo esistono nel pubblico delle resistenze determinate anche da barriere di costo. Se riusciamo a rompere queste barriere la gente si accorgerà che lo spettacolo teatrale è molto più bello di quello televisivo, lo spettacolo dal vivo dà emozioni che quello della televisione non dà. Il teatro è un luogo magico.

Ma va doverosamente sottolineato come il mondo della scuola calabrese ,sia pure con modalità spesso molto diverse, è sempre andato alla ricerca di occasioni per incontrare il teatro. E’ questo un fenomeno di straordinaria ricchezza e rilevanza, del quale occorre evidenziare alcuni aspetti importanti.

Sono numerose le scuole di ogni ordine e grado calabresi che hanno sviluppato negli ultimi anni un rapporto costante, seppure spesso non organico, con i linguaggi non verbali e con il teatro in particolare.

Gli spettacoli realizzati da ragazzi, spettacoli di professionisti ai quali gli allievi assistono, laboratori sperimentali di teatro, persino atipici insegnanti che si improvvisano attori e registi sono esperienze presenti spesso stabilmente in molti istituti.

Tutto ciò ci fa affermare con sicurezza che il pubblico infantile e giovanile rappresenta un’area di utenza strategica e che le attività espressive e artistiche hanno dato prova di offrire un contributo significativo per l’arricchimento dell’offerta formativa, senza considerare, altresì,  la valenza educativa dell’approccio al linguaggio teatrale.

Tuttavia gli ultimi dati forniti dall’Annuario statistico 2017 realizzato dall’Istat  raccontano chiaramente di un’Italia pigra da un punto di vista culturale. Basti questo: nel nostro Paese il 18,6% della popolazione non svolge nessuna attività che possa essere definita di “cultura”, per quanto semplice e occasionale. Insomma, quasi un cittadino su cinque non legge, non va al museo o al cinema o al teatro. Nulla di nulla.

Le rappresentazioni teatrali, nel 2016, sono state viste dal 20,0%  delle persone di 6 anni e più . Sono soprattutto i bambini e i ragazzi fino ai 19 anni a registrare le quote più elevate di spettatori: si passa, infatti, da oltre il 29% dei bambini di 6-10 anni e dei ragazzi di 18-19 anni al 32% circa dei 15-17enni. Al di sopra della media nazionale, comunque, anche gli adulti nella fascia di età compresa tra i 60 e i 64 anni: il 22,1% assiste almeno una volta l’anno ad uno spettacolo teatrale.

Per non parlare di quel 78,1% che non è mai stato a teatro. È, come detto, l’ultimo annuario Istat a disegnare così, per il 2016, una mappa aggiornata del disinteresse e della noncuranza italiana, ma anche dell’impossibilità a partecipare agli eventi culturali del Paese.

In Calabria ,comunque, la percentuale di coloro che dichiarano di non aver mai fruito  di spettacolo teatrale, è dell’ 86,4%. Chi si è recato almeno una volta a teatro nella nostra regione  nel 2016 rientra in una percentuale dell’11,9%, ultima regione in Italia, così come ultimi nella graduatoria  delle regioni per partecipazione a concerti di musica classica: il 4,4% .

Ora, come la scuola non può e non deve ignorare la presenza e l’attività sul territorio di quei gruppi o compagnie professionali o non, che si occupano di teatro, così è impensabile che i dodici teatri della nostra regione  continuino  a proporsi in termini riduttivi come finora accade rispetto alle loro potenzialità mentre dovrebbero funzionare a pieno regime.

Creare il pubblico di domani è una esigenza imprescindibile, per esempio, per una istituzione come il “Cilea” di Reggio Calabria  che, attraverso una auspicabile Fondazione, costituita da managerialità pubblica e del privato, intraprenda una politica di interventi di divulgazione , sviluppando una pedagogia teatrale e musicale e investendo sulla formazione dei ragazzi e dei giovani, complice una fitta rete di relazioni da realizzare con il mondo della scuola.

Insomma, il “Cilea” va certamente inteso come valore ma anche come risorsa, ma lo sia in funzione del servizio che può rendere al cittadino, recuperando sia la vicinanza al pubblico,sia la capacità di cogliere e di rielaborare il presente e la quotidianità.

Il teatro deve riuscire a creare un sistema, che grazie al lavoro sul territorio ed al coinvolgimento del maggior numero di persone, ritorni a rendere proprie le esigenze della committenza, ovverosia del pubblico.

Allo stesso modo è sempre più urgente che la funzione di termini di valore o di servizio del teatro non possa essere più misurata in termini di biglietti, ma in termini di diritto e possibilità di usufruirne.

Perciò, non sottovalutiamo l’importanza del teatro:di prosa, poesia, musicale,tragico,comico, lirico, di ricerca, di intrattenimento, di repertorio,di evasione, da camera, da palasport, da cantina…

Quando mi trovo in uno dei bei paesi della nostra Calabria e vedo le tante persone che la sera escono di casa, a volte a dispetto del maltempo e della crisi economica, per infilarsi in una sala teatrale, e, al buio, per due ore seguire il lavoro di artisti, o saltimbanchi o filodrammatici, il cuore mi si riempie di gioia.

E non voglio neanche interrogarmi sulla qualità e i contenuti dello spettacolo a cui quelle persone assisteranno.

Mi basta sapere che, quella sera, hanno lasciato il televisore dormire a casa, per partecipare ad un avvenimento d’arte in carne e ossa : riuscito o non riuscito, ma prezioso proprio perché in carne e ossa.

Insomma, è ora che le Amministrazioni Comunali  battino un colpo e che la Regione  sostenga con un piano specifico  questo lavoro e lo faccia germogliare anche in tanti altri centri della Calabria.

 

Reggio Calabria 24 marzo 2018                                                              Guido Leone

già Dirigente tecnico USR Calabria

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