“Noi non vogliamo un colpevole, ma il colpevole. Ed il colpevole è uno solo: Tommaso Costa”. Sono queste le parole pronunciate dal pg Antonio De Bernardo, impegnato a sostenere l’accusa insieme al pg Domenico Galletta, durante la propria requisitoria terminata poco da in Corte d’Assise d’Appello nel processo sulla morte dell’imprenditore difendere Gianluca Congiusta. La Procura generale ribadisce la propria impostazione ed è per questo che ha chiesto alla Corte che il boss Tommaso Costa venga condannato all’ergastolo e all’isolamento diurno per 18 mesi. Secondo l’accusa Congiusta sarebbe morto per essere venuto a conoscenza,attraverso una missiva intimidatoria, di un tentativo di estorsione perpetrato da Costa ai danni del suocero Antonio Scarfò. Un’estorsione di cui però nessuno doveva sapere, nessuno; soprattutto la ‘ndrina rivale dei Commisso. Sempre secondo l’impianto accusatorio, Congiusta venne a conoscenza delle mire espansionistiche del Costa, proprio dalla bocca della famiglia della sua fidanzata Katia. Costa a breve sarebbe uscito dal carcere ( dove si trovava già recluso per altri fatti ndr) , e quindi avrebbe dovuto “riacquisire” credibilità mafiosa a Siderno e dintorni, senza però che la cosca, quella veramente potente facente capo alla famiglia Commisso, venisse prematuramente a conoscenza dei suoi progetti criminali poiché altrimenti l’avrebbe pagata cara, così come già successo nella sanguinosa faida degli anni ’90 in cui la cosca Costa non ebbe di certo la meglio. Una volta appreso che questa lettera circolava, Costa appena uscito dal carcere avrebbe ucciso Congiusta “reo” di averne appreso il contenuto. Dopo la condanna all’ergastolo in primo e secondo grado la Cassazione ha annullato, con rinvio ad un’altra sezione dell Corte d’Assise d’Appello, la condanna per l’accusa di omicidio a carico di Costa. Al termine del processo bis quindi per l’accusa l’imputato è ancora da considerare il responsabile del giovane imprenditore. Adesso il processo è stato aggiornato al 29 maggio quando toccherà ai difensori delle parti civili e di Costa prendere la parola. In aula ci sarà ancora una volta la famiglia Congiusta. Una famiglia che chiede e attende giustizia da quasi 12 anni.
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fonte: il dispaccio