Mar. Lug 16th, 2024

Secondo l’Arpacal nel 2017 la Calabria è arrivata al 35%, secondo la Regione invece siamo al 40%. I 5stelle attaccano («dati gonfiati») e l’assessore risponde: «Propaganda. I dati non sono definitivi». Ma come fa a sapere che i numeri che mancano all’appello faranno alzare la percentuale?

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Oggi l’Arpacal dice che la raccolta differenziata in Calabria nel 2017 si è attestata al 35,6%, mentre ieri i vertici della Cittadella parlavano del 40%. Entrambe le fonti fanno capo a un unico ente, la Regione Calabria, che annovera tra i suoi rappresentanti l’assessore Antonella Rizzo, secondo la quale, però, tra i i due dati «non c’è discrasia». Per Rizzo, insomma, quel 5% di differenza non esiste, è frutto della fantasia di «una propaganda sterile» che, a suo dire, «quella sì dovrebbe andare in discarica».
Tutto nasce da un articolo del Corriere della Calabria che, dando notizia dei dati contenuti nel Report sui rifiuti diffuso dall’Arpacal, rileva la differenza tra i numeri ufficializzati dalla stessa Regione. I deputati 5stelle Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela hanno subito colto la quotidiana occasione per intervenire a gamba tesa contro la giunta Oliverio: «È vergognoso – hanno dichiarato – che la Regione Calabria abbia gonfiato i dati della raccolta differenziata di quasi 5 punti percentuali e subito dopo sia stata smentita dall’Arpacal, sua stessa agenzia, che ha pubblicato il rapporto completo sui risultati del 2017». «Ormai vinto dal miraggio della ricandidatura, il governatore Oliverio – hanno aggiunto i due parlamentari 5stelle – tratta i numeri come un bambino, convinto di non essere scoperto. Al di là di questa puerile abitudine, che ha assunto i tratti del grottesco a proposito, per esempio, del pompaggio dei dati relativi alle presenze turistiche, resta inalterato il problema dei ritardi spaventosi nella raccolta differenziata in Calabria, per il 2017 ferma al 35,6% e, a San Giovanni in Fiore, da cui proviene lo stesso Oliverio, addirittura al 19,68%, contro il 65% dichiarato dalla maggioranza comunale di centrosinistra supina al governatore».
E Rizzo ha risposto stizzita: «La pubblicazione del Report rifiuti da parte dell’Arpacal, come d’altronde precisato dalla stessa Agenzia, serve ad assegnare un termine di 30 giorni, entro il quale, i Comuni che non abbiano ancora provveduto, possano trasmettere i propri dati o integrarli ove necessario (una circostanza, questa, ben specificata nell’articolo del Corriere, ndr). Infatti – rimarca ancora l’assessore all’Ambiente – è il caso di ricordare che ciò che i Comuni conferiscono negli impianti autorizzati, e di cui la Regione è a conoscenza per un dialogo costante con imprese ed istituzioni, non sempre risulta corrispondente al primo dato non definitivo di Arpacal che, come detto, certifica definitivamente dati e procedure di raccolta solo a conclusione del suddetto periodo di 30 giorni. Il dato pubblicato da Arpacal, come confermato dalla stessa agenzia, evidenzia che ben 102 comuni su oltre 400 non hanno ancora provveduto ad ottemperare all’invito dei dati di raccolta differenziata. Pertanto, è innegabile la crescita costante della differenziata in Calabria».
Evidentemente, dunque, la Regione (dipartimento e assessorato all’Ambiente) che parla del 40% di raccolta differenziata a metà luglio (lo si evince leggendo qui la relazione allegata a un bando di gara) era già in possesso di dati più aggiornati rispetto a quelli diffusi dalla stessa Regione (Arpacal) a fine settembre. Ed è anche sicura, la prima delle due Regioni, che i dati che mancano (il 24,94% dei Comuni) siano tutti positivi e quindi rispetto a quelli già trasmessi (il 75,06% dei Comuni) sicuramente faranno alzare la percentuale di raccolta differenziata . Che, come abbiamo scritto, secondo l’Arpacal è effettivamente cresciuta del 4,4% rispetto al 2016, un incremento comunque minore del +6,8% dell’anno precedente. Ma questo Rizzo non lo dice, come non dice che le discariche calabresi (quasi tutte private) sono strapiene e la Regione continua a pagare fior di milioni di euro per portare i rifiuti fuori dalla Calabria.

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